MARSILIANA – E’ stata inaugurata ieri, venerdì, 22 luglio, la mostra dal titolo “Marsiliana d’Albegna. Dagli Etruschi a Tommaso Corsini” che rimarrà attiva fino al 31 gennaio 2017. Un progetto importante avviato nel 2002 a cura del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’università degli studi di Siena, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia della Toscana sui caratteri insediativi e sull’architettura funeraria a Marsiliana d’Albegna.
Il progetto coinvolge quattro sedi: Grosseto al Museo archeologico e d’arte della Maremma, Manciano al Museo di preistoria e di protostoria della Valle del Fiora, Marsiliana d’Albegna, località Dispensa, nella sala del Frantoio, Scansano al Museo civico archeologico e della vite e del vino.
“Il Comune di Manciano – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Manciano, Giulio Detti – ha un patrimonio turistico immenso. In questi anni di intenso lavoro sono stati iniziati dei progetti seri di valorizzazione che ci garantiranno un futuro luminoso. Musei, siti archeologici, cascate del mulino, sentieri, percorsi naturalistici e cicloturistici. Un grande cruccio è sempre stata la scarsa valorizzazione di Marsiliana, i cui tesori provenienti dalla Banditella, sono pezzi di valore inestimabile, esposti per lo più a Firenze. Finalmente siamo riusciti ad organizzare la mostra ‘Marsiliana d’Albegna. Dagli etruschi a Tommaso Corsini’ che valorizza l’attività di scavo fatta dall’università di Siena dal 2002 e mette Marsiliana al centro di un evento importante a livello regionale, l’inizio di un percorso condiviso con la famiglia Corsini. La mostra, infatti, è cofinanziata dalla Regione Toscana, all’interno del progetto dalla Rete museale di Maremma, con il Comune di Manciano capofila e si articola su più location: Marsiliana, Grosseto, Manciano e Scansano”. Sulla stessa linea si pone il sindaco di Manciano Marco Galli il quale afferma che “questo progetto valorizza Marsiliana e tutto il nostro territorio. Dopo molti anni di attività sono stati presentati i risultati di un percorso di studi e di ricerca ed è stata anche l’occasione per ufficializzare il protocollo di collaborazione per rendere visitabili in forma stabile i siti archeologici dentro alla Tenuta”.