GROSSETO – Un piano strategico di medio periodo sulla sanità. Il documento è stato presentato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per la provincia di Grosseto. L’esigenza è quella di avere risposte concrete da parte della nuova Asl sud-est di area vasta e al tempo stesso chiedere l’intervento istituzionale da parte dei vari sindaci del territorio, in modo da far sentire la propria voce sul tema della sanità locale.
Il quadro dipinto dalle sigle sindacali appare effettivamente preoccupante. «Tanto per cominciare – precisa Claudio Renzetti segretario provinciale della Cgil – l’aspettativa di vita si è abbassata di due anni. E’ la prima volta che accade e il dato non è confortante. Ciò accade per una serie di fattori collegati alla crisi, ma anche per un discorso di liste d’attesa che si allungano. I problemi della sanità stanno incrementando con profonde ricadute sui territori, soprattutto in una provincia come la nostra. Mancano medici e la carenza del personale sta diventando cronica. I cittadini non devono essere abbandonati».
«Da tempo la vertenza sanità è una priorità – aggiunge Fabrizio Milani segretario provinciale della Cisl -. L’obiettivo è coinvolgere, informare e mobilitare i cittadini. Al momento siamo insoddisfatti delle risposte, perché la situazione è sempre precaria, basti pensare che sono stati attivati solo la metà dei letti per cure intermedie. Abbiamo fatto due incontri con Desideri, ma attendiamo ancora la documentazione per capire il piano relativo all’area vasta che per ora è basato solo su possibilità, ma niente di concreto».
«Ci interessa evidenziare che il territorio di Grosseto, per come è fatto, ha situazioni del tutto diverse rispetto alle concentrazioni di Prato, Pistoia e Firenze – spiega Gianni Baiocco, segretario provinciale Uil -. Basti pensare che a Grosseto sono solo 3 le case delle salute attivate, contro le 13 di Arezzo. Possiamo paragonare il caso della sanità a quello dei piccoli uffici postali, la battaglia è molto simile».
Nel documento redatto dai sindacati, effettivamente, si cerca di far luce su diversi aspetti. Tra questi le case della salute che, malgrado le risorse impegnate dalla direzione, dovrebbero essere 9, mentre al momento sono solo 3. Anche il piano di adeguamento dei posti letto dedicati alle cure intermedie è clamorosamente in ritardo rispetto ai tempi previsti. Ritardi che investono anche le liste d’attesa, sempre più insostenibili e che alimentano il fenomeno della crescita delle prestazioni a pagamento. Sulla medicina territoriale, invece, i problemi riguardano i distretti di Orbetello, Massa Marittima e Pitigliano, tra carenze di personale e specialisti. «Nessuno pretende la chirurgia robotica a Pitigliano – spiegano dai sindacati – ma è evidente che vanno create le condizioni per consentire visite specialistiche a cadenza settimanale».
Cgil, Cisl e Uil ritengono che vadano affrontate una volta per tutte il tema della ripartizione regionale delle risorse destinate ai servizi sanitari. I criteri dell’urbanità, infatti, privilegiano le zone ad alta concentrazione antropica, penalizzando le aree periferiche, come quelle del grossetano. Infine il problema del pagamento dei fornitori che in Maremma diventa cronico. La media dei ritardi dei pagamenti è attualmente di 6 mesi, ma si è spostata anche a 9. «Per questo motivo – concludono i sindacati – va risolto il problema dei flussi di cassa, nel rispetto dei 60 giorni di tempo per i pagamenti».