GROSSETO – Passo in avanti sulla crisi del latte, il cui prezzo ha raggiunto livelli minimi che stanno mettendo a rischio l’esistenza di molte stalle, ormai orientate verso la chiusura.
Nell’incontro in Regione che Confagricoltura ha avuto con l’assessore Remaschi, sono stati fissati i punti di debolezza del settore e sono state evidenziate le criticità, tra le quali il prezzo del prodotto alla stalla che nel 2016 ha registrato un arretramento preoccupante.
“Il colloquio con l’assessore – spiega Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto e della sezione regionale di Prodotto Zootecnia – è servito per rappresentare le difficoltà vissute da chi gestisce un stalla, costretto a subire un continuo aumento dei costi di produzione. Il problema è serio perché ne va della esistenza di un intero settore e della produzione totale del latte toscano, oggi al top dal punto di vista qualitativo e con un valore aggiunto di salubrità che ben pochi altri uguali prodotti possono vantare.”
Secondo Tocchi si è arrivati al limite e per questa ragione è necessaria una politica di rilancio fatta in primis di accordi di filiera.
“Una volta che una stalla si è chiusa – aggiunge – non aprirà mai più. Questo è un pericolo oggi quanto mai concreto, perché disperdiamo un patrimonio la cui misura si declina con il presidio del territorio e con aspetti legati alla stessa economia di intere aree della Toscana dal valore agro pastorale inestimabile. Cosa ci facciamo poi in questi territori – si chiede il presidente di Confagricoltura Grosseto –? Provvediamo a convertirli alle colture cerealicole acquistate a prezzi di assoluta rimessa, in barba a quanto sostengono alcuni commercianti che, viceversa, accusano gli agricoltori di essere eccessivamente lamentosi? Quei commercianti che troppo facilmente pontificato distribuendo pillole di saggezza salvo poi speculare sulla produzione primaria creandosi uno scudo protettivo legato al mercato mondiale. Quei commercianti che fregandosene del sacrificio degli agricoltori acquistano all’estero prodotti di dubbia qualità per poi immetterli sul mercato a prezzi ridicoli. Il Grano, il latte, le produzioni orticole, risentono di questa speculazione, oserei dire scellerata perché miope e priva di progetti futuri. Mi domando: cosa faranno i nostri figli se non si creano i presupposti per una economia locale e sostenibile? Problemi vecchi e nuovi che si rincorrono ciclicamente ma che non possono essere affrontati e discussi. Così l’apprezzamento – riflette il presidente di Confagricoltura Grosseto – va all’assessore regionale che ha colto le difficoltà e che si è reso disponibile ad un confronto con tutta la filiera del latte al fine di definire, un percorso partecipato dalle strutture economiche e dalle organizzazioni di categoria. Con l’assessore – conclude – abbiamo condiviso la necessità di valorizzare la produzione Toscana del latte di cui dobbiamo e vogliamo essere protagonisti.”