GROSSETO – Assemblea annuale di Confagricoltura nel segno del rinnovamento e di un modo nuovo di intendere la rappresentanza sindacale. Nella cantina della azienda Antinori “le Mortelle” a Castiglione della Pescaia, in uno scenario di incredibile suggestione e incomparabile bellezza quale è la campagna maremmana intrecciata dai filari dei vigneti, il nuovo presidente Attilio Tocchi ha parlato davanti alla platea confagricola e ad un parterre di ospiti istituzionali che hanno aggiunto valore e spessore all’incontro assembleare. Dal neo sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, al membro della giunta nazionale Diana Thedoli Pallini, al direttore generale, Franco Postorino, fino al presidente regionale Francesco Miari Fulcis, ma anche il presidente della Camera di Commercio, Riccardo Breda e ai rappresentanti delle altre associazioni del mondo agricolo. L’intervento, completo e articolato, ha spaziato dai problemi di una Politica Agricola Comunitaria che non soddisfa e di un Piano di Sviluppo Rurale da rivedere nelle sue parti perché capace di disperde le risorse in mille rivoli. In merito al premio giovani Tocchi ha commentato.
“Abbiamo concluso la fase di presentazione della prima annualità, che vale 100milioni del PSR, e delle oltre 1600 domande ne sono state finanziate meno della metà. Nulla da dire sull’inserimento dei giovani, ma poteva essere un bando più mirato e di selezionare imprese innovative e capaci di essere competitive sul mercato. Pensiamo che il nuovo bando in pubblicazione della misura 4.1 rivolta agli investimenti, recita che a parità di punteggio viene privilegiata l’impresa che investe di meno. Possibile che si continui a ragionare in questo modo, populista e generalista? – si chiede Tocchi, che rilancia toccando il tema della eccessiva burocrazia e della fiscalità oppressiva, come pure del lavoro agricolo e del caporalato -. Condividiamo la lotta alla illegalità ma pensiamo che un sindacato non può essere investito del potere di selezionare le imprese e di gestire il mercato del lavoro, imponendo indici di congruità e addirittura stabilendo quanta manodopera è adeguata.” Giudicata positivamente l’esperienza di Agrinsieme “ma dobbiamo rilanciare il progetto e puntare a raggiungere una aggregazione più ampia possibile, perché gli stessi problemi sono tali per tutti.” Il presidente non ha tralasciato i temi della olivicoltura e la crisi che sta investendo la cerealicoltura, con la caduta a picco del prezzo del grano. Per aiutare il settore ovicaprino sono indispensabili la carta dell’allevatore, l’erogazione di un premio produzione a capo allevato e una gestione corretta degli ibridi, in merito alla quale ha suggerito la creazione in Toscana di centri intercomunali di raccolta finanziati con risorse regionali. Sempre alla Regione è tornato a chiedere un marchio regionale di produzione e trasformazione del latte bovino e soprattutto di azioni a lungo termine, con interventi strutturali che riportino il prezzo del latte ad un valore sostenibile e remunerativo per le imprese. Chiesta attenzione verso i produttori di vino e in questo senso ha proposto alle associazioni del commercio un protocollo in cui si concretizzi l’impegno di suggerire ai ristoratori associati la presentazione ai clienti anche di una carta dei vini maremmani. Quella di Tocchi è stata una elaborazione apprezzata e condivisa, a partire dal sindaco di Grosseto ed ex presidente, Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha sottolineato come “oggi sia prioritario aggregare le imprese, creare reti e potenziare le strutture cooperative.
“In campagna elettorale – ha puntualizzato Vivarelli Colonna – ho sempre detto che il rapporto con le associazioni di categoria sarebbe stato fondamentale e forte, per valorizzare con esse le imprese associate. Amo definirmi un sindaco sindacalista e per questo affronterò con lo stesso spirito le battaglie contro la Regione Toscana sui rifiuti e sull’acqua.” A proposito di apparato politico regionale e della sua capacità di fare del lavoro il suo cavallo di battaglia è intervenuto duro il presidente regionale, Francesco Miari Fulcis. “Se ne fa una missione e poi quando ci sono situazioni critiche facciamo finta di nulla, vedi il polo vivaistico di Pistoia o la difesa dell’industria olearia toscana. La certificazione del lavoro di qualità? Penso sia solo burocrazia aggiuntiva e latrice di costi aggiuntivi. Basta con i controlli ulteriori in azienda. Destiniamo le risorse alla difesa dei nostri prodotti all’estero.”
L’unità sindacale è uno degli argomenti su cui si è soffermato il direttore generale, Franco Postorino. “Una Pac, molto ostruttiva e poco munifica, una burocrazia che complica sempre di più le cose e la divisione agricola sono pesi che non sono più sopportabili. Continuare a gestire il rapporto con il sistema politico divisi, agevola a non fare le cose. Dobbiamo lavorare perché tutto questo sia velocemente superato e puntare a sfruttare appieno gli accordi di filiera, il cui bando sarà emanato a breve, e i contratti di rete. Dobbiamo imparare a impossessarci delle novità e ad utilizzarle.”