GROSSETO – Si ripetono e moltiplicano, purtroppo, le segnalazioni di danni nei campi e nelle colture da parte dei cinghiali. «Anche oggi – ha detto Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – da Castiglione della Pescaia, in particolare da Pian d’Alma, abbiamo ricevuto una telefonata di un nostro socio disperato per l’assidua presenza di molti cinghiali nella zona che danneggiano colture oltre a provocare molti incidenti nelle strade. Occorre muoversi in fretta con modalità diverse dal passato attraverso le quali si guardi al risarcimento ma soprattutto a un contenimento dei capi».
Nelle scorse settimane, Coldiretti Toscana aveva inviato alla presidenza della giunta regionale ed all’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, un documento in cui veniva evidenziato lo stato di esasperazione del mondo agricolo e non solo, di fronte ad una errata gestione della fauna selvatica, che ha determinato un vero e proprio squilibrio dell’ecosistema regionale. Nel documento vengono anche prospettate soluzioni che possano rendere veramente efficaci gli interventi.
Oltre ad una diversa delimitazione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e di altri ungulati, Coldiretti Toscana ha chiesto la modifica delle delibere della Giunta Regionale, con le quali si individuano le procedure per l’attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica e del cinghiale in particolare. Tali atti vanno rimodulati per evitare complessità burocratiche che, di fatto, vanificano l’efficacia dei controlli, con conseguente esponenziale incremento dei danni.
«Abbiamo assicurato al presidente della Regione Rossi e all’assessore Remaschi di essere da subito disponibili a contribuire ad una rimodulazione delle delibere, perché così non possono funzionare, anche per responsabilità dirette di alcuni soggetti – afferma il direttore di Coldiretti Grosseto Andrea Renna – L’attivazione tempestiva degli interventi di controllo non può neanche essere condizionata da pastoie burocratiche. Ad oggi registriamo che le richieste di intervento presentate dalle imprese agricole e ancora inevase, giacenti presso gli uffici territoriali della Regione, sono oltre mille».