SEMPRONIANO – E’ stata inaugurata l’aula didattica situata presso il Centro Recupero per animali esotici di Semproniano. Nel tagliare il nastro, il sindaco di Semproniano Miranda Brugi ha ricordato che l’aula stessa è stata realizzata grazie al contributo concesso da UniCoop Firenze, Centro e Tirreno a Wwf Oasi e che questa organizzazione ne ha trasferito la gestione all’associazione Lav, con possibilità di utilizzo da parte del Comune di Semproniano e delle associazioni paesane, regolata da apposita convenzione tra le tre parti interessate.
Prima di passare al convegno inaugurale che, in considerazione della localizzazione dell’aula alle porte dell’area olivicola di Fibbianello, è stato dedicato all’olio extra vergine di oliva ed aperto pertanto con il film realizzato dalla Scuola secondaria di primo grado di Semproniano “Adottiamo l’Olivone” (dedicato al monumento naturale rappresentato dall’Olivone di Fibbianello), hanno portato il saluto agli intervenuti la responsabile dell’Ufficio legale di Wwf Oasi, ricordando che l’organizzazione, oltre a gestire importanti aree naturali, si occupa anche di promuoverne i prodotti agricoli con la linea “Terre dell’Oasi”, e Roberto Bennati, vicepresidente Lav, che ha brevemente esposto i prossimi programmi dell’associazione nel Centro di Semproniano (ad esempio il rapporto con la fondazione degli Adamson che permetterà di riportare in Africa la leonessa Elsa ospite del Centro).
Dopo questa prima parte della manifestazione e mentre il veterinario Marco Aloisi ha guidato bambini e adulti nella visita agli animali del Centro, si è svolto il convegno “Il futuro dell’olio extra vergine d’oliva”, aperto dall’intervento del sindaco di Castellina in Chianti e coordinatore toscano delle “Città dell’Olio” Marcello Bonechi, che ha ricordato l’importanza dell’olivicoltura anche per il mantenimento del paesaggio italiano ed in particolare di quello della Toscana. Entrando maggiormente nel dettaglio, il direttore di “Città dell’Olio” Antonio Balenzano, ricordando la grande biodiversità nell’olivicoltura italiana tradizionale, non presente invece nell’olivicoltura estensiva (che coltiva praticamente solo tre varietà di olivo, di cui una sola italiana), ha sostenuto che il futuro del nostro olio sarà dato dalla capacità di vendere, insieme al prodotto, anche la storia e le emozioni ad esso collegate (citando alcune sue esperienze negli Stati Uniti che dimostrano l’alta attrattiva dei prodotti italiani e toscani); in proposito ha ricordato che proprio la zona di Fibbianello è candidata a ricevere il riconoscimento come zona olivicola tradizionale dal Ministero per le politiche agricole.
Edoardo Passalacqua, che, oltre a rappresentare Confagricoltura nel convegno, è stato anche il tecnico che ha predisposto il progetto per la citata candidatura di Fibbianello, lo ha esposto con una breve presentazione, mettendo in evidenza i punti di debolezza (soprattutto alti costi di produzione e frammentazione degli oliveti), ma anche quelli di forza della nostra olivicoltura.
Anche il presidente grossetano della Cia Enrico Rabazzi ha evidenziato che l’olivicoltura toscana non possa aspirare alla quantità ed alla conseguente omologazione della produzione, ma debba invece basarsi sulla qualità delle produzioni locali, chiedendo alle autorità di polizia presenti di continuare a svolgere l’importante ruolo di repressione delle frodi che rischiano di intaccare il buon nome delle produzioni italiane, ma anche che la Regione ripristini indennità compensative per gli agricoltori delle aree svantaggiate, mentre il rappresentante di Coldiretti, rifacendosi all’iniziale film dei ragazzi della scuola, ha auspicato che possano esserci nuove generazioni di agricoltori.
Il funzionario della Regione Toscana Fabbri, portando i saluti dell’assessore regionale Remaschi, ha messo in evidenza gli alti costi di produzione dell’olio in Toscana ed i problemi causati dai cambiamenti climatici, come ad esempio l’incremento di piogge nel mese di Maggio e le conseguenti difficoltà nell’allegagione, riconoscendo così che nuovi impianti di olivicoltura possano essere adattati a metodi di coltivazione semi-intensivi.
Il convegno è stato chiuso dall’intervento dell’on. Luca Sani, presidente della commissione agricoltura della Camera dei deputati, che ha ricordato le misure già prese affinché i prodotti dell’olivicoltura di qualità e legata a varietà di piante e tradizioni locali sia riconoscibili tramite marchi di cui non possa fregiarsi l’olivicoltura intensiva, auspicando una maggiore cultura dei consumatori nell’uso di olio di qualità ed il fatto che avvenga per l’olio quanto già avvenuto per il vino italiano a seguito dello scandalo del metanolo (diminuzione delle quantità prodotte, ma con un notevole aumento di prezzi e valore aggiunto); il suo intervento si è concluso con una nota di ottimismo, ricordando che la Toscana produce il 2% dell’olio italiano, commercializzandone però il 35%, fatto che crea un notevole margine di operatività per gli olivicoltori toscani.
La manifestazione si è poi conclusa nel parco pubblico di Semproniano, con un pranzo vegano offerto dalla LAV e preparato dall’Associazione Pro Loco Semproniano.