GROSSETO – Ancora due medaglie italiane, nei Campionati Europei Paralimpici di atletica a Grosseto, con l’argento di Alvise De Vidi sui 400 T51 e il bronzo di Giusy Versace nei 400 T44. La squadra azzurra, nella quarta giornata della rassegna continentale, festeggia il suo atleta più decorato di sempre che si piazza secondo con un finale entusiasmante e il crono di 1:24.48. Un altro risultato di grande rilievo per l’eterno trevigiano di San Biagio di Callalta, nato nel 1966, al 35° podio internazionale della carriera: 14 alle Paralimpiadi, 12 ai Mondiali, 9 agli Europei. Nella scorsa edizione aveva conquistato il bronzo su questa distanza.
“Ho dato tutto quello che avevo dentro – dichiara al traguardo Alvise De Vidi – forza, esperienza, rabbia e volontà. Alla fine non avevo più energia, però mia mamma mi ha aiutato da lontano. Dedico questa medaglia a lei, perché è la persona che è sempre con me ogni giorno sul campo di allenamento. Tirare fuori ogni grammo di energia è classe – sottolinea il portacolori delle Fiamme Azzurre – questa prestazione conta molto per me e mi dà fiducia in un anno difficile ma importante, con la Paralimpiade di Rio alle porte. Sono contento per me e per le persone che mi hanno dato una mano”. Vittoria con il record mondiale al belga Peter Genyn (1:18.09), bronzo al finlandese Toni Piispanen (1:25.98). Nella stessa gara, 1:41.85 e ottavo posto per Riccardo Cavallini (You Can), toscano di Bolgheri: “Sono soddisfatto perché è andata meglio rispetto ai 100 metri. E’ il mio primo Campionato Europeo e per me essere il peggiore degli otto migliori a livello continentale è una bella soddisfazione”.
Di nuovo sul podio Giusy Versace, stavolta terza sui 400 dopo l’argento della giornata precedente nei 200 metri. La sprinter chiude in 1:05.31, alle spalle della francese Marie-Amelie Le Fur (59.34 a soli quattro centesimi dal suo record mondiale T43) e della tedesca Irmgard Bensusan (1:02.71). “Sono contenta più per la gara di ieri – confessa – che per quella di oggi, dove non sono riuscita a migliorare il mio personale. Ho corso tre secondi più lenta, pagando lo scotto degli otto giorni di stop su questa gara. Comunque è sempre una medaglia, ottenuta contro due grandi atlete, e questo risultato servirà per il futuro. Voglio dedicare questo bronzo a mio fratello, che mi segue sempre, alle Fiamme Azzurre e al mio allenatore Andrea Giannini”. L’Italia sale così a quota 7 medaglie: 4 argenti e 3 bronzi. Quarto posto anche oggi per la brianzola Federica Maspero (Omero Runners Bergamo), con il personal best di 1:05.62. “Sono stata lenta nella prima parte – dichiara – poi ho provato a recuperare e sentivo di avere un buon ritmo, ma in curva ho avuto problemi di assetto. Mi è successo anche ieri, nel complesso non posso dire di essere soddisfatta”.
Sfuma invece il sogno della seconda medaglia per Arjola Dedaj. Nella finale dei 100 T11, la velocista delle Fiamme Azzurre ferma il cronometro su 13.64 (-1.7) e conclude la sua prova in quarta posizione. “Ce l’ho messa tutta ma è andata così – ammette l’italiana di origine albanese, che ha gareggiato con la guida Elisa Bettini – sentivo le altre attaccate, ma fino alla fine non sono riuscita a capire in che mi posizione mi trovavo. Il livello si è notevolmente alzato, le avversarie hanno meritato questo risultato e per quanto ci riguarda dovremo lavorare ancora di più per crescere”. Ai piedi del podio anche il non ancora 17enne Marco Pentagoni (Ash Novara), quarto nel lungo T42 con il personale di 4,69 (+0.1). “Mi sono migliorato – commenta – ma ho anche rimediato uno stiramento alla gamba amputata. Speravo di riuscire ad andare oltre e da questa esperienza ho imparato che non si può strafare, perché rischi solo di farti male senza concludere nulla”. Il formidabile danese Daniel Jorgensen salta 6,70 (+1.0) nella stessa gara, incrementando il suo record mondiale: “Anche l’anno scorso – dichiara – avevo fatto il primato a Grosseto, nel meeting internazionale del Grand Prix, e stavolta ci sono riuscito ancora, quindi ho grandi ricordi di questo posto”.
Due record europei nei 200 T43-44: il tedesco Johannes Floors scende a 21.82 (+1.2) nella categoria T43 e il connazionale Felix Streng è argento con 22.04, per il primato continentale T44. Quinto con 24.52 l’azzurro Emanuele Di Marino (H2 Dynamic Handysports Lombardia): “Sono contento per aver ottenuto un buon crono e questo mi fa ben sperare per la staffetta di giovedì”. Chiude in sesta posizione il compagno di club Simone Manigrasso con 25.02: “Posso dire di essere soddisfatto della mia prestazione. Ho ancora problemi con l’invaso della protesi ma, nonostante ciò, ho raggiunto il tempo che mi ero prefissato”. Il lucchese Andrea Lanfri (Gsh Sempione 82) è settimo con il record personale di 25.04: “Pur indossando nuove protesi, sono riuscito a far segnare il mio miglior crono”.
Sui 400 T38, vinti dal russo Andrei Vdovin con 50.52 che vale il nuovo primato mondiale, Emanuele Muratorio (H2 Dynamic Handysports Lombardia) viene squalificato per invasione di corsia: “Sono molto contento di aver indossato la maglia della Nazionale in un’occasione tanto importante. Essere qui è un’emozione indescrivibile”. Nel peso F37, ottavo il quasi ventenne Simone Giovarruscio (Athletic Terni) con 9,83 mentre il lituano Mindaugas Bilius si aggiudica il successo con il record europeo di 16,07. L’azzurro Ruud Koutiki (Anthropos Civitanova) vola in finale nei 400 metri T20. Il campione continentale in carica si piazza terzo nella propria batteria in 51.19 e domani si giocherà le proprie carte. “Mi sento bene – ammette il marchigiano di origine congolese – nei primi 150 metri pensavo di farcela, poi nell’ultima parte ho amministrato, come mi ha chiesto di fare il mio allenatore Mauro Ficerai. Sono contento della mia prestazione, ma ora mi concentro sulla finale”. Stabiliti in tutto sei record del mondo nel pomeriggio: la britannica Georgina Hermitage firma il suo secondo limite iridato in questa rassegna con 27.21 sui 200 T37 e il russo Vladimir Sviridov lancia il peso a 15,34 nella categoria F36, mentre il polacco Maciej Sochal centra il primato mondiale nella clava F32 con 37,19.
La quinta giornata, mercoledì 15 giugno, si preannuncia ancora più ricca di appuntamenti: in palio 34 titoli continentali e 14 azzurri al via. Saranno in gara diversi big della squadra italiana, a cominciare dal lanciatore Oney Tapia che nel disco F11 (ore 10.04) scende in pedana da leader europeo dell’anno. Sui 100 T42 alle ore 16.30 la campionessa di tutto Martina Caironi difende il suo titolo, ma è annunciata alla partenza anche Monica Contrafatto, bersagliera che ha avuto l’amputazione della gamba destra nel corso di una missione in Afghanistan nel 2012. Torna in azione Oxana Corso, nella finale dei 200 T35 (ore 16.40) dopo l’argento sui 100 metri, e Ruud Koutiki si presenta da campione uscente sui 400 T20 alle ore 17.04. Nel lungo T11 nuovo impegno agonistico per Arjola Dedaj, alle ore 16.01. Da seguire poi i tre velocisti azzurri nei 100 T44: Emanuele Di Marino, Andrea Lanfri e Simone Manigrasso per le semifinali delle ore 10.15, mentre la finale è in programma alle 17.58. Sui 100 T47 l’altro sprinter Ismail Sadfi corre la semifinale alle 11.19. Nel pomeriggio il giavellottista Giacomo Poli inizierà la sua finale F44 alle 16.00, invece su pista Carlotta Bertoli è attesa in finale sui 100 T13 alle 16.15, seguita alle 17.41 da Francesca Cipelli nei 100 T37. Due gare nella categoria T53 per Ivan Messina: 100 metri alle 16.25, poi gli 800 alle 19.08.