GROSSETO – Sarebbe morta per asfissia Elizabhet, la bambina di 8 mesi trovata morta nella sua casa il 6 giugno scorso. L’allarme della morte della bambina era stato dato con un ritardo di 12 ore rispetto ala decesso. A chiamare i carabinieri non era stata la mamma, ma un’amica, che era andata a vedere cosa stesse succedendo dopo che la donna aveva detto di non poter parlare al telefono.
A dare le prime certezze sulle cause della morte sono le prime risultanze dell’esame autopticoche ha fatto emergere «una sofferenza respiratoria dei polmoni della neonata, come se la bambina avesse avuto problemi di asfissia». Si legge nella nota della Procura.
Sarà ora solo «l’esito conclusivo dell’autopsia – continua il procuratore Raffaella Capasso – a indicare con certezza se la morte della neonata sia avvenuta per cause naturali o se sia avvenuto per cause esterne».
Intanto gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’accaduto anche se il racconto della mamma, trasferitasi in città da pochi giorni, sembra ancora confuso. La donna avrebbe atteso 12 ore prima di dare l’allarme e chiedere aiuto anche alle amiche. Anzi è stata proprio una delle amiche, alle 21.30, a chiamare i Carabinieri. La donna era andata a casa dell’amica perché questa le aveva chiesto di andare a casa sua da sola perché doveva parlarle di persona. Un racconto confuso, a tratti sconnesso, contraddittorio. Un comportamento, quello della madre, che ha portato alla richiesta di autopsia sul corpo della bimba.