GROSSETO – Appello a voto di Lorenzo Mascagni, candidato a sindaco di Grosseto per la coalizione di centrosinistra.
«A chi in questi mesi belli, coinvolgenti, ricchi di incontri, di mani strette, di sguardi occhi negli occhi, mi ha chiesto: “Lorenzo, ma chi te lo ha fatto fare?” ho sentito il dovere di dare una risposta schietta. Me lo ha fatto fare l’dea di politica che mi porto dentro fin da quando, ragazzo, ho scoperto straordinarie figure di uomini che avevano scommesso tutto se stessi per onorare quella parola. Penso, su tutti a Renato Pollini. Il mio viaggio ho voluto che iniziasse con lui, nel parco di via Ximenes intitolato alla sua memoria. Fu sindaco in un tempo lontano, dal 1951 al 1970. Pollini riuscì a cambiare la città. Era gli anni dello sviluppo sfrenato e con poche regole, a Grosseto si perseguì da subito l’obiettivo di «una città senza periferie», di uno sviluppo «a dimensione umana». Le parole di Pollini avevano nella partecipazione, nella fruizione popolare della cultura uno degli snodi essenziali. Nacque la rassegna annuale di pittura, il cineclub al teatro Odeon, con Bianciardi fece partire il bibliobus, dove i libri non erano più patrimonio di un’élite, ma anche dei contadini che li ricevevano nei poderi. Grosseto doveva crescere tutta insieme, nessuno escluso. Il sindaco di tutti, Pollini fu il sindaco di tutti».
«Io mi sento ben piantato nella nostra Grosseto ed è per questo che ho accettato di costruire attorno alla mia persona un insieme di partiti, movimenti civici, persone accumunate da questo desiderio e questa passione: dare ai nostri figli una città con solide radici, aperta, inclusiva, abitata dalla speranza e dall’operosità. Una città più pulita, più decorosa, più capace di coinvolgersi nelle fatiche di chi resta ai margini, culturalmente vivace, coraggiosa e lungimirante».
«Per rafforzare questa idea di Grosseto chiedo il vostro voto. In questa campagna elettorale ho più volte detto che non sarò un timoniere solitario; a me la politica piace se parla il linguaggio del “noi”, perché è condividendo una responsabilità diffusa che si cresce come comunità. È una scommessa ambiziosa perché non si limita a promettere la luna per accaparrare voti, ma chiede che ognuno si senta coinvolto nel sogno di cambiamento che abbiamo. Siamo gente che ha anche il coraggio di rivedere le cose fatte e di saperle migliorare rimboccandosi le maniche. Tutti insieme, ben piantati nella nostra terra, amara e dolce, coriacea e forte, accogliente e generosa, potremo essere radice di futuro. Io con voi, noi insieme».