GROSSETO – Con un bilancio che si aggira intorno ai 13 milioni di euro, di cui 41mila di utile, la cooperativa Uscita di Sicurezza ha affrontato pochi giorni fa l’assemblea annuale dei soci, un momento di confronto e scambio sull’andamento dell’attività nell’anno appena passato.
Il 2015 è stato per la cooperativa un anno di cambiamenti significativi: concluse, infatti, collaborazioni importanti con soggetti pubblici locali, se ne sono avviate di altre. Inoltre, si sono intraprese nuove attività, come quelle legate all’agricoltura sociale e si sono sviluppati settore prima marginali, come la gestione delle strutture di accoglienza per richiedenti asilo. In più, Uscita di Sicurezza ha aderito a Umana Persone, una rete che unisce undici cooperative toscane, con l’obiettivo di uniformare i servizi e le prestazioni offerte ai cittadini su tutto il territorio regionale.
“I cambiamenti affrontati lo scorso anno – ha commentato Luca Terrosi, confermato alla presidenza della cooperativa – ci hanno reso più forti, anche se possiamo fare ancora tanto per migliorare”.
“Uscita di Sicurezza, che si appresta a festeggiare nel 2017 i trent’anni di attività, si è dimostrata una realtà forte, che dà lavoro a circa 400 persone ed è per questo che le recenti accuse di ‘caporalato’ ci hanno particolarmente indignato”. “Negli ultimi anni – ha aggiunto Terrosi – ben prima del job act, la cooperativa ha regolarizzato a tempo indeterminato i suoi dipendenti grazie alla legge di stabilità, che ha permesso un abbattimento parziale della contribuzione. Lo ha fatto con la convinzione che fosse giusto dare ai lavoratori le maggiori garanzie possibili, nell’ambito di quanto previsto dal contratto nazionale delle cooperative. La nostra idea, infatti, è di attribuire a tutte le persone che lavorano con noi gli stessi diritti e gli stessi doveri. I nostri soci sono parte attiva della cooperativa e dei servizi che eroghiamo, che siano pubblici o privati”.
“Uscita di Sicurezza – ha continuato il presidente – crede nel sistema pubblico, in particolar modo nei servizi sanitari ed educativi, ed è per questo che esegue al meglio le prestazioni che le sono delegate tramite le gare di appalto. L’affidamento al privato sociale di alcuni asili pubblici, ad esempio, non inficia sulla qualità dei servizi erogati: i nostri educatori sono qualificati e preparati e a quelle strutture si accede comunque attraverso una graduatori pubblica, con criteri e modalità stabiliti dalla legge”.
La cooperativa ha deciso di sostenere il sistema sanitario pubblico anche aderendo a una mutua, che consente a soci e dipendenti di avere rimborsi per le spese mediche sostenute. “Troppo spesso – ha spiegato Terrosi – in base al calcolo Isee i lavoratori fuoriescono dalla gratuità dei servizi pubblici. Noi vogliamo, invece, stare accanto al lavoratore che deve pagare il ticket e, allo stesso tempo, alimentare il servizio sanitario in modo che possa continuare a garantire prestazione gratuite per i meno abbienti”.
Al fianco ai servizi resi per il pubblico, Uscita di Sicurezza ha portato avanti una serie di attività che hanno messo in rete i vari settori che la vedono impegnata creando dei veri e propri circuiti virtuosi: “Come il progetto dell’agricoltura sociale – ha spiegato Terrosi – che, finanziato inizialmente da una fondazione bancaria, ha dato vita a una collaborazione tra disabili, anziani ospiti delle strutture, studenti e richiedenti asilo”. Nelle serre di villa Pizzetti, persone con disagio psichico hanno seminato; i germoli nati sono stati trapianti in un terreno dai richiedenti asilo e dagli studenti dell’istituto agrario; gli anziani si sono presi cura degli ortaggi: i prodotti di questa esperienza sono stati utilizzati dal settore ristorazione, che ha potuto impiegare materie prime di qualità prodotte a chilometro zero.
“Un altro punto di forza – ha proseguito Terrosi – sono le esperienze di solidarietà interna e sostegno”. Per i soci e i dipendenti, infatti, è attivo un servizio gratuito di sostegno psicologico. Sono stati promossi, inoltre, gruppi di attività durante il tempo libero, ed è nato di recente un gruppo di teatro amatoriale che unisce lavoratori e richiedenti asilo ospiti delle strutture. “Tutti esempi di cosa sia vivere la cooperativa”, ha concluso Terrosi. “La nostra diversità non è solo nel contratto, certamente più basso rispetto a quello previsto per altri settori produttivi, ma anche nello stare insieme. Perché in cooperativa si condivide il lavoro, ma se si vuole, anche parte della proprio vita”.
Accanto a Luca Terrosi sono stati nominati nel consiglio di amministrazione Paolo Tusa (vice presidente), Paola Vaselli (vice presidente), Valentina Bonucci, Anna Lo Bello, Alessia Barozzi, Chiara Cardoselli, Maria Cristina Vanzelli, Anna Rita Buonerba, Genni Finocchi, Anna Laurita.