GROSSETO – «Il Centro per l’autismo di Grosseto va potenziato, senza se e senza ma». Associazione grossetana bambini portatori di handicap (Aggbph), Fondazione Il Sole e Iron mamme non si accontentano del risultato parziale della nuova sede e dell’integrazione della pianta organica dei neuropsichiatri infantili, e rilanciano la battaglia.
«Vogliamo che i bambini oggi rimasti fuori abbiano la possibilità di accedere ai servizi del centro, perché ne va del loro futuro». A dirlo all’unisono Flavia Cianferoni e Simona Bandettini (Aggbp), Massimiliano Frascino (Il Sole) e Simona Vasile (Iron mamme), che non si limitano a chiedere ma offrono collaborazione alla Asl Toscana Sud Est e alle istituzioni.
«Lo scorso 18 marzo – esordisce Flavia Cianferoni, presidente dell’Aggbp – abbiamo avuto un incontro con la direttrice sanitaria Stefania Dei e con il direttore della Sds Fabrizio Boldrini. Si sono impegnati per una sede più adatta del centro e per l’assunzione dei neuropsichiatri. Oggi sappiamo che questi due problemi sono in via di soluzione, anche se non c’è una scadenza precisa. E ringraziamo la Asl. Ma in quell’occasione si era parlato anche della possibilità di aumentare il numero dei ragazzi che frequentano il centro per l’autismo, con la nostra disponibilità a farci carico di parte dei costi e a parlare con le famiglie per reperire altre risorse. Pochi giorni fa è arrivato uno stop definitivo perché la Regione non ha le risorse. È chiaro – conclude Cianferoni – che questo per noi è inaccettabile».
Ad entrare nel merito Simona Bandettini, membro del consiglio dell’Aggbph. «Parliamo di 34 bambini che attualmente frequentano il centro e di almeno altri 40 che non hanno accesso alle terapie, che sono tanto più efficaci quanto più precoci. Ci sono poi molte situazioni di famiglie che non hanno voluto esporsi e tutti i bambini molto piccoli in fase di diagnosi. Secondo i dati scientifici c’è un bambino con autismo in media ogni 100 nati, è chiaro che si tratta di un problema di vaste dimensioni. Insieme alle altre associazioni di Siena e Arezzo, a fine aprile, abbiamo incontrato il direttore generale Enrico Desideri e la dottoressa Dei, perché la carenza dei servizi per l’autismo è comune a tutta l’area vasta. E riguarda sia le terapie che le attività di socializzazione. In quell’occasione – chiosa Bandettini – ci è stata garantita attenzione, ora però chiediamo si passi dalle parole ai fatti, perché non ci possiamo accontentare».
A tirare le conclusioni, ci ha pensato il presidente de Il Sole, Massimiliano Frascino. «Recentemente è stata approvata la Legge sull’autismo con le relative linee guida. Gli è stata data molta rilevanza in termini di comunicazione, e oggi politica e Asl non possono limitarsi a dire: non abbiamo soldi. Su temi come dopo di noi, autismo e riforma del Terzo settore il governo sta facendo cose serie attese da anni. Se però non si dà seguito alle leggi, il rischio concreto è la definitiva perdita di credibilità da parte delle istituzioni. E il tutti contro tutti. Cosa che va evitata. Le istituzioni devono avere chiaro che non ci vogliamo limitare a protestare. Siamo persone lucide e consapevoli delle difficoltà generali, e proprio per questo determinate. In questo senso non cerchiamo il muro contro muro ma siamo pronti ad assumere responsabilità e oneri rispetto a una parte dei problemi, senza tirarci indietro. In altre parole siamo qua a protestare per chiedere collaborazione, non la semplice delega a risolvere il problema. Non molleremo perché è in ballo un’idea di welfare, oltre che il destino di troppi bambini».