GROSSETO – «Voglio evitare con cura una risposta “elettorale” all’allarme espresso da Associazione grossetana genitori bambini portatori di handicap, Fondazione Il Sole e Iron mamme rispetto al Centro per l’autismo di Grosseto. Ciò che mi ha colpito, lo dico con sincerità, è la ferma volontà manifestata dai tre soggetti del Terzo settore grossetano di tenere duro sulla rivendicazione ma allo stesso tempo di collaborare con Asl e Istituzioni per trovare una soluzione ai problemi. Assumendosi responsabilità e non limitandosi a protestare e basta, pur avendone ogni motivo». Così Lorenzo Mascagni, candidato sindaco del centrosinistra alle primarie di Grosseto.
«Quello dell’autismo, nell’ambito più vasto delle politiche per la disabilità, è un problema complicato e di grande impatto sociale – prosegue la nota di Mascagni -. Così come è un problema serio quello della limitatezza delle risorse pubbliche che in questo momento impedisce di dare risposte complete a molte situazioni difficili. Per questo non proverò a dare risposte semplici a problemi complessi. Né ho intenzione di promettere mari e monti».
«L’impegno che mi sento di prendere è di non cavalcare il disagio, ma se i grossetani mi daranno fiducia di lavorare a testa bassa per potenziare il Centro per l’autismo. Affiancando da sindaco il lavoro prezioso del Terzo settore cittadino e impegnando Asl Toscana Sud Est e Regione Toscana a fare la parte che gli compete, pur tenendo conto del difficile momento del sistema socio sanitario. Spesso la mancanza di risorse è un alibi dietro al quale si nasconde la difficoltà a individuare nuove soluzioni a vecchi problemi. La vicenda del Centro per l’autismo di Grosseto mi dà l’occasione per ribadire un mio radicato convincimento: il welfare del futuro non potrà che basarsi sulla stretta collaborazione tra settore pubblico e Terzo settore. Nelle more della definizione dei livelli essenziali di assistenza che traducano in pratica le linee guida sull’autismo, dobbiamo dare una risposta alle famiglie che hanno bambini con autismo. E dobbiamo farlo condividendo una responsabilità – conclude -. In questo come in molti altri casi».