GROSSETO – Un risultato storico per allevatori e consumatori che nella metà dei casi sono disposti a pagare il vero Made in Italy alimentare fino al 20% in più ma c’è addirittura un 12% che è pronto a spendere ancora di più pur di avere la garanzia dell’origine nazionale. Finalmente, infatti, è arrivato il via libera all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei derivati come formaggi o yogurt annunciato dal premier Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in occasione oggi della Giornata nazionale del latte Italiano a Milano dove si è svolto l’appuntamento nazionale in occasione del Milk World Day celebrato dalla Fao in tutto il mondo, in cui era presente anche una delegazione di Coldiretti Grosseto.
“Un risultato che –afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – arriva a undici anni esatti dall’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine per il latte fresco fortemente voluto dalla Coldiretti anche per sostenere i consumi di un alimento fondamentale nella dieta degli italiani. Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”.
L’obbligo di indicare l’origine in etichetta salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.
Ad essere tutelati – afferma Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto – sono 120mila posti di lavoro nell’attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell’agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine del Made in Italy.