GROSSETO – «Grosseto ha un luogo che per le sue caratteristiche è unico al mondo: il Parco regionale della Maremma. A pochi chilometri dalla città e presto raggiungibile anche attraverso un percorso che attraversa la campagna e il fiume Ombrone, il Parco nasce da un’intuizione e una conquista straordinaria figlia di una visione di un gruppo di grossetani e, in primo luogo, di Andrea Vellutini. Sottolineo la parola conquista perché la genesi del Parco della Maremma non fu semplice, ma le idee forti seppero battere i conservatorismi e i latifondisti che anche allora cercarono di fermare un progetto di tutela del territorio». Questa la riflessione di Lorenzo Mascagni, candidato a sindaco per la coalizione di centrosinistra
«Dentro al Parco, immersa e coerente, vive l’Azienda regionale agricola dell’Alberese, che si estende per 4200 ettari, di pineta e bosco, superfici coltivabili, pascoli naturali e oliveti, edifici storici. Parco e Azienda sono due “riserve” di natura e storia della Toscana e, come tali, di proprietà e gestione pubblica – aggiunge Mascagni -. Oggi abbiamo la necessità di ricondurre pienamente queste due realtà al valore culturale che hanno, e, su questo valore, ricostruire un’economia che ne consenta e garantisca la vita e il futuro delle persone che ci lavorano e delle strutture».
«Il Comune di Grosseto ritengo debba riappropriarsi del diritto di genesi ed essere protagonista di un nuovo progetto di rilancio e riqualificazione del sistema perché è consapevole di quanto sia strategico il Parco e l’Azienda in un progetto di valorizzazione della Maremma. La nascita a Rispescia dell’ITS EAT che formerà le nuove generazioni sull’agroalimentare è una delle tessere di un mosaico virtuoso che qui ha tutti i presupposti per rappresentare le eccellenze italiane richiamando interessi del mondo – precisa il candidato a sindaco della coalizione del centrosinistra -. Sono dunque tre le grandi infrastrutture culturali presenti tra Alberese e Rispescia su cui impiantare un progetto complessivo di eccellenza che tenga insieme il valore ambientale e scientifico dell’area e delle colture a tutela e valorizzazione della biodiversità toscana, quello formativo e l’economia turistica collegata.
«Una visione così articolata consentirà la tutela concreta dei livelli occupazionali, il mantenimento della proprietà pubblica e lo sviluppo delle attività istituzionali di ricerca, un ulteriore sviluppo dell’iniziativa economica attraverso sistemi di concessione delle attività di mercato – conclude Mascagni -. L’azione in merito, in questi anni critici, ha ottenuto il risultato importante del mantenimento del patrimonio e l’apertura del Polo formativo sull’agroalimentare, ma è stata troppo lenta, forse anche poco consapevole del valore che questo insieme rappresenta. Oggi, nel momento in cui anche il sistema delle grandi infrastrutture viarie sembra giungere ad una soluzione, è necessario essere rapidi e, in poco tempo, offrire il nostro prodotto alla Toscana e al mondo. Insieme alla Regione Toscana, con l’Europa, è possibile avviare un nuovo inizio, una nuova visione di quella grande idea partita negli anni ’70».