GROSSETO – «Lavorare tutti assieme, in sinergia, il locale con il nazionale e non chiudersi in casa a difendere i propri interessi». È la ricetta del ministro Giuliano Poletti per la ripresa e per uscire dalla crisi. Poletti oggi era a Grosseto per incontrare alcune realtà produttive maremmane a fianco del candidato sindaco di centrosinistra Lorenzo Mascagni.
«Questo – ha detto Poletti riferendosi alla Maremma – è un territorio che ha un grande potenziale. Abbiamo bisogno di stare accanto ai cittadini per sviluppare questo potenziale con il progetto del centrosinistra. Le cose si possono fare non se ci si chiude nel proprio orticello, ma se si agisce tutti assieme».
Poletti poi rivendica le scelte fatte in tema di disoccupazione: «Siamo a questo punto perché chi c’era prima non ha risolto i problemi. Con noi la disoccupazione è calata di 200 mila unità. Domani avvieremo il dialogo con i sindacati anche se molte decisioni rientreranno nella legge di stabilità. Io sono dove sono perché mi ha chiamato Renzi per far le riforme, se le riforme non si possono fare, posso anche fare altro».
«Negli ultimi 20 anni – prosegue il ministro – lo sbaglio è stato non accettare la sfida che la tecnologia e il mondo ci richiedevano ma anche portare avanti il solo tema della difesa: difendere significa che chi ha già diritti li mantiene e chi non li non ottiene nulla. La sfida è cambiare la direzione a questo modo di pensare: vogliamo una società aperta, inclusiva, che premia il merito e sostiene chi è in difficoltà. Pensiamo ad un piano nazionale per il contrasto alle povertà, mettendo insieme tutti gli operatori pubblici che lavorano a compartimenti stagni e riconoscendo una indennità, mentre si propone un percorso formativo e di avviamento al lavoro».
«Le imprese straniere stanno tornando ad investire in Italia». Per quanto riguarda le infrastrutture Poletti sottolinea «Stiamo cercando di sbloccare le opere pubbliche rimaste sospese perché non si trovava un accordo. Abbiamo fatto una riforma sugli appalti per cui prima si consultano i cittadini, poi enti locali e poi si decide: se non si trova l’accordo si decide a Roma».
E di infrastrutture (Due mari e Tirrenica in primis) parla anche Lorenzo Mascagni come condizione indispensabile per lo sviluppo della Maremma. «La nostra terra è bella perché la gente ha saputo renderla bella. Per questo tanti vengono in vacanza. Ma quel che manca è il lavoro: abbiamo tante piccole imprese, dobbiamo creare per loro un ambiente favorevole. Spesso sono i tempi della burocrazia che rendono difficile la vita degli imprenditori e su questo il Comune e lo Stato debbono agire. Il futuro richiede cambiamento, capacità di innovazione, e sinergia a differenza di quel che crede il centrodestra e la Lega. Non si può pensare di agire da soli, bisogna attivare sinergie, con al Regione ma anche con gli altri sindaci».