GROSSETO – “La condizione in cui versa la nostra agricoltura nazionale, ma anche locale, è gravissima” dichiara Federico Trotta, candidato sindaco per Forza Nuova. “L’agricoltura è il settore che traina per buona parte la nostra economia, ed è quindi necessario incentivarla al massimo. Per prima cosa, daremo i campi incolti del Comune alle famiglie italiane ed ai giovani che necessitano di un lavoro, valutando la possibilità di costruire “poderi comunali” su di essi; prenderemo in considerazione la possibilità di acquisto, da parte del Comune, di campi di proprietà di privati, che verranno impiegati per questi stessi scopi” prosegue il candidato.
“Non solo. Dobbiamo assolutamente incentivare tutti gli agricoltori, gli allevatori, ma anche gli artigiani locali – precisa Trotta -. Per far ciò, nei prossimi giorni, firmerò il “Patto per il De.C.O.”, promosso dalla Associazione No Profit “Lega della Terra”, con cui mi impegnerò a portare avanti un progetto che è già nel nostro programma elettorale. Quando sarà approvato in Consiglio comunale, creeremo un registro delle aziende aderenti all’iniziativa che producano prodotti locali secondo la Tradizione. Questi prodotti verranno marchiati De.C.O., ed avranno così un valore aggiunto, fondamentale per il turismo, ma anche per l’export. L’obiettivo è, quindi, la valorizzazione di tutte le aziende che realizzano prodotti tradizionali, ma non hanno la possibilità economica di pagare un marchio”.
“Sarà compito dei Vigili Urbani e/o della Polizia Municipale di prelevare, almeno due volte l’anno, dei campioni di prodotto da far analizzare in laboratorio, per verificare la conformità della qualità.
Infine, creeremo almeno una fiera tradizionale annuale, in cui questi prodotti potranno essere esaltati ed in cui andremo a recuperare ed incentivare anche le nostre tradizioni come, ad esempio, quella dei butteri maremmani. L’obiettivo – conclude Trotta – è, prima di tutto quello di incentivare il lavoro degli italiani, e di far crescere l’economia locale. Non solo, però. Siamo sicuri che incentivando l’agricoltura sarà possibile assumere manodopera italiana, dando un primo colpo alla piaga del caporalato, di cui, oggi, sembrano interessarsi tutti ma non si ha chiaro il concetto che per abbatterla, è necessario innanzitutto chiudere i centri di accoglienza, cosa che noi intendiamo fare.”