PITIGLIANO – «Son diciotto campionati che alleno, ma poche volte ho trovato un gruppo di amici, veramente unito, come questo. Su ventuno, sedici sono del posto e proprio il fatto di essere cresciuti insieme è un’arma vincente». Così Marco Galli, al timone del Pitigliano da fine dicembre, parla dei suoi ragazzi all’indomani della promozione in Prima categoria.
«Ho visto cose che fanno piacere – ha continuato il tecnico, con cui l’Aurora ha disputato un girone di ritorno da urlo e sbaragliato tutti nella post-season – come vedere entrare in campo col sorriso ragazzi che hanno giocato meno dei compagni titolari e dare subito il massimo. Abbiamo sbrigato questi playoff con meno facilità del previsto. Contro il Torrenieri è stata una gara difficile e molto sentita, in cui abbiamo preso subito gol e dovuto recuperare. Contro l’Isolotto abbiamo iniziato lenti, in sordina, sbagliando molto; siamo cresciuti nella ripresa e poi abbiamo segnato nei supplementari dopo aver deviato sulla linea un loro tiro. Loro comunque erano calati molto, forse tre gol di scarto sono stati anche troppi, ma poi è stata una bella vittoria».
Di Civitavecchia e con trascorsi giocati proprio in gialloblù, Galli è un mix di filosofia e sentimento: riconosce la fatalità di partite secche quali spareggi e finali, dove non c’è niente di certo, ricordando da giocatore un’eliminazione a Manciano con la monetina, ma non tarda a riconoscere i meriti del suo team, arrivato in campionato a meno uno dalla prima e a più otto dalla terza.
«Ci credevo alla promozione – ha aggiunto – ho una squadra competitiva con alcune personalità di spicco e ancora con buoni margini di crescita, con dietro una grande organizzazione, attrezzature, un bellissimo impianto. E ho anche avuto la fortuna di poter scegliere fra tre punte grazie al ritorno di Paoloni dall’infortunio. Da giocatore portai il Pitigliano in Eccellenza e da allenatore, sin da quando sono stato contattato dal ds Claudio Caprini e ingaggiato a fianco di Francesco Celata che già conoscevo, mi sono subito reso contro di avere un buon team che sarebbe potuto salire di categoria. La vittoria è tutta del gruppo, sempre fondamentale, e della società. Se la sono meritata».