ARCIDOSSO – E’ tutto conquistato sul campo il ritorno in Seconda categoria dell’Aldobrandesca Arcidosso, trionfatrice dei playoff di Terza (come testimoniano le foto scattate da Noemy Lettieri) e al terzo titolo in tre anni, dopo la gioia di due coppe provinciali consecutive. Sei anni fa infatti, gli arcidossini erano saliti grazie ad un ripescaggio in piena estate, mentre adesso si sono lasciati alle spalle tutti gli avversari del girone unico tranne una, il Massa Valpiana capolista.
«Fummo ripescati nell’anno 2010/2011, ma ce lo comunicarono i primi di agosto – ha ricordato il dirigente amiatino Dario Pastorelli – e in quel modo non è facile organizzarsi. Ci provammo ma retrocedemmo subito. Oggi siamo più maturi ed attrezzati per reggere il colpo, i giovani ci sono e staremo a vedere. La finale? E’ più un incontro psicologico che calcistico. La coppa ancora di più. Ieri sono scese in campo due formazioni determinate ed agonisticamente cariche. Non c’è stato tanto gioco, i minuti passavano e le idee si offuscavano. Poi sembrava iniziasse la discesa nel momento del rigore concessoci, ma il cielo si faceva nero all’orizzonte e niente era scontato. Ed infatti un subentrato portiere all’espulso titolare magnetizzava a sé la palla (non imprendibile) calciata da Scapigliati. Si lottava a centrocampo, ma nessuna riusciva ad infierire. Nonostante la superiorità numerica stentavamo a creare gioco ed azioni. Poi perdevamo anche noi un uomo nel secondo tempo. E quando ci stavamo preparando ad affrontare i supplementari, al 32’ Melis ha tirato fuori dal cilindro un tiro imprendibile che si è piazzato al sette ed ha spianato la via al successo. E così è andata».
Pastorelli rivede velocemente una stagione iniziata in sordina e poi in crescendo (settimi a fine dicembre, terzi a marzo), grazie ad una presa di coscienza generale sui propri limiti e possibilità: «Calcisticamente il livello è lo stesso, è solo che il campionato non ha avuto una schiacciasassi ed è stato in ballo fino all’ultimo. La differenza l’ha fatta il mister Coppi, che ha riunito attorno a sé un gruppo solido, ed il progressivo innesto di giocatori giovani e d’esperienza ha fatto il resto. Ed il pubblico non ci ha mai abbandonato».
Una riflessione altrettanto lucida e onesta anche sui tre grandi traguardi tagliati nelle ultime tre stagioni, per un’impresa che ha ricalcato quella dell’Etrusca Vetulonia di sette anni fa: «Se è più bello vincere la postseason o il trofeo provinciale? Sono due sensazioni diverse, perché la coppa ti promette tanto ma poi la fase regionale diventa una tombola. I playoff ti fanno fare meglio i conti anche se poi le partite sono fatte di episodi. E poche scaramanzie, piedi per terra sempre. La vittoria è dei ragazzi e del pubblico ineguagliabile che ci segue sia in casa che in trasferta».