GROSSETO – Bufera sulla campagna elettorale per le amministrative del 5 giugno. Dopo gli esposti dei giorni scorsi alla Polizia Municipale, da oggi le indicazioni da Comune e Prefettura diventano operative.
A disciplinare la propaganda elettorale negli ultimi 30 giorni prima del voto una serie di norme (la legge 212 del 1956 articolo 6 e la 130 del 1975 articolo 7) che la Prefettura di Grosseto ha sintetizzato in una ordinanza. Questo il testo: «le paline (su cui era stato fatto l’esposto, quelle del Pd, ndr) sono vietate, il pannello monofacciale è consentito, perché è l’insegna del comitato, sempre purché sia autorizzato prima del 45esimo giorno. Sono anche vietati i manifesti nelle adiacenze dei comitati o interni ad essi, se visibili nella pubblica via. Sono contravvezionabili anche i simboli e i manifesti, fuori dagli spazi assegnati. Sono tollerate le bandiere sui gazebi, per segnalarne la provenienza politica, ma non devono riportare alcuna affissione all’esterno o all’interno».
In altre parole possono essere esposte solo le bandiere con i simboli di partiti o liste, ma nessun richiamo al voto o ai nomi dei candidati.
L’ordinanza ha avuto i primi effetti: sono spariti i manifesti dalla sede di “Insieme, a Sinistra”, da quella di “Lorenzo Mascagni”, così come anche i gazebo sono stati in parte “ripuliti”. Da quello che si apprende sparirà anche la gigantografia di Vivarelli Colonna nella sede elettorale di via Aurelia Nord.
Per chi non rispetterà le prescrizioni di legge scatteranno le sanzioni da parte degli agenti di Polizia Municipale.