GROSSETO – La pubblicazione dei dati sulle predazioni a opera di lupi e canidi dà un quadro molto preciso delle difficoltà che le imprese zootecniche del nostro territorio devono affrontare.
Il problema da aggredire è vasto e complicato. Lo abbiamo visto tutti i questi anni difficili, nei quali abbiamo tentato di arginarlo, tenendo allo stesso tempo conto di una legislazione piuttosto rigida a tutela delle specie protette.
A dare la risposta non può che essere il Ministero dell’ambiente, che attraverso l’Ispra deve valutare la sostenibilità ambientale della popolazione dei lupi in provincia di Grosseto e nel Paese, realizzando il censimento degli esemplari e una mappatura delle zone d’insediamento. Il Ministero deve pertanto velocemente procedere all’adozione del Piano di gestione del lupo. Perché dobbiamo tutti quanti preoccuparci di scongiurare il rischio che un’emergenza ambientale possa degenerare in un problema di ordine pubblico, complice la legittima esasperazione degli allevatori.
Detto questo, penso anche che il problema riguardi tanto i lupi, quanto la vasta popolazione di ibridi e cani inselvatichiti. Che, pur non essendo specie cacciabili, vanno contenuti con ogni mezzo, trovando anche la strada per consentirne anche gli abbattimenti selettivi.