FIRENZE – Il naufragio ha contribuito “ad aumentare la considerazione mondiale verso il Giglio. La reputazione per l’isola ha avuto uno slancio verso l’alto”. Così l’avvocato di costa Concordia Marco De Luca respinge le richieste di risarcimento di Isola del Giglio (e anche del ministero dell’Ambiente) alla Costa Crociere. Insomma, secondo l’avvocato di Costa il Giglio avrebbe tratto giovamento dal naufragio.
Davanti al collegio di appello l’avvocato difensore della compagnia ha respinto le pretese di risarcimenti dei due enti, così come quelle, maggiorate rispetto a quanto stabilito dal tribunale di Grosseto, chieste dai legali di vittime e naufraghi parti civili. Sulle richieste in appello del Giglio, il difensore di Costa Crociere ha detto ‘no’ ricordando le somme già erogate in questi anni e, tra i danni non patrimoniali, negando che vi siano danni di immagine o ‘reputazionale’.
Il naufragio ha contribuito “ad aumentare la considerazione mondiale verso il Giglio – ha detto l’avvocato De Luca – La reputazione per l’isola ha avuto uno slancio verso l’alto”. Il legale ha ricordato la generosità e l’impegno profuso dalla popolazione nei soccorsi, meriti che hanno avuto una risonanza mondiale e che sono stati motivo di premi dati alla popolazione isolana. Quanto all’isola come luogo turistico “non c’è stata per niente una diminuzione della sua considerazione”.
“Dal mese successivo alla rimozione del relitto – ha detto il difensore -, sono aumentati di netto gli sbarchi dei turisti, ritornando ai livelli del 2011”. L’immagine dell’isola “si è grandemente rafforzata”, ha aggiunto De Luca mentre su altre pretese di risarcimento, legate a progetti di opere pubbliche, l’avvocato di Costa ha “parlato di libro dei sogni esistente da anni e fondato su mere previsioni basate su una volontà politica tutt’altro che realistica. Non si può chiedere a terzi di pagare cose che non sarebbero mai state fatte”. Duro il contrasto alle richieste del Ministero dell’Ambiente, parte civile nel processo: De Luca ha accusato il Ministero di aver presentato agli atti “una relazione sui presunti danni ambientali anonima, senza la firma di chi l’ha redatta. Uno scritto apocrifo, un atto nullo, inammissibile che va espunto dagli atti del processo”.
Invece, ha anche detto, “opere imponenti di ripristino ambientale sono in corso sotto la sorveglianza di enti, tra cui lo stesso ministero dell’Ambiente. Aspetto gravemente sottaciuto nei motivi di appello”. Sui naufraghi parti civili, l’avvocato De Luca ha respinto la richiesta di aumentare i risarcimenti, che la compagnia è disposta a concedere sulla base della sentenza di primo grado. Il difensore ha respinto tra l’altro l’esistenza del danno da “disturbo post traumatico da stress”. Anche oggi Francesco Schettino non era presente in aula.