TALAMONE – «Con la sentenza del Tar che ha di fatto condannato il Comune, il porto di Talamone conosce una delle pagine più buie della sua storia». I candidati della lista Patto per il Futuro Roberto Berardi e Ivan Poccia, che da sempre seguono le vicende del porto chiedono chiarezza all’amministrazione comunale: «vogliamo sapere che cosa comporta questa sentenza per il porto e come il Comune dovrà adempiere ad una sentenza storica che non solo condanna il Comune al pagamento delle spese processuali ma intima di dragare i fondali entro 15 giorni nominando altresì il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano Commissario ad acta».
«Questo è l’ennesimo schiaffo ad un’amministrazione fallimentare che in due anni dalla prima segnalazione pervenuta dall’Autorità Marittima, non è riuscita a produrre nulla lasciando il porto in balia di se stesso e gli operatori da soli ed in grave difficoltà; la stagione è ormai alle porte, il Comune allo sbando e senza il bilancio approvato, come farà il sindaco a dare esecuzione alla sentenza? – chiedono – L’Ordinanza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano non arrivò certo come un fulmine a ciel sereno; già nei primi mesi del 2014 fu fatta presente una diminuzione anomala dei fondali in ingresso al porto di Talamone che, se trascurata avrebbe potuto compromettere l’accesso alle imbarcazioni ivi ormeggiate».
La Regione, interessata all’epoca dei fatti stanziò i fondi per affrontare il problema prima che diventasse emergenza; passata la ribalta dei riflettori il problema fu accantonato anche per mancanza di interesse da parte di chi avrebbe dovuto tutelare l’economia del porto che, se per Orbetello è importante, per Talamone è fondamentale visto che quasi tutte le attività gravitano intorno alle iniziative portuali – aggiungono – . Se è vero che l’iter per procedere al dragaggio dei fondali non è particolarmente semplice è altrettanto vero che nessun atto è stato eseguito dall’Amministrazione tant’è che i carotaggi sono stati eseguiti dai privati. Dopo gli aumenti delle tariffe deliberate per il diportismo sociale, e con questa storica sentenza temiamo che il colpo inferto alla nautica da diporto possa essere letale».