GROSSETO – Rinnovamento, rinnovamento, rinnovamento. Citando il premier Matteo Renzi questa forse è la volta buona. Il Pd gioca la carta del cambiamento a tutti i livelli per trovare una linea comune a poco più di un mese dal voto del 5 giugno. Dunque forte rinnovamento tra i candidati consiglieri e una giunta tutta nuova.
Per reagire all’ultimo scossone dato dalle dimissioni di Emanuel Cerciello e del possibile accordo tra Udc e centrodestra dopo la rottura con il centrosinistra, il Pd grossetano prova a ripartire con una rinnovata alleanza tra le due anime del partito. Mascagnani e Borghiani hanno siglato la tregua proprio ieri alla fine di una giornata convulsa e difficile. Il “direttorio” del partito, lo strumento politico inventato da i vertici regionali dem per garantire tutti alla vigilia delle primarie, per la prima volta da quando esiste, è riuscito a dialogare e trovare un terreno comune da condividere. In altre parole il tempo delle liti è finito perché oltre ad aver siglato un documento (firmato da Lorenzo Mascagni, Marco Simiani, Saimo Biliotti, Fabio Favali, Patrizia Siveri, Paolo Borghi, Daniele Capperucci, Massimo Alessandri, Cecilia Buggiani, quindi dal direttorio più il segretario provinciale) il partito ha trovato un accordo anche sulla lista.
Lista di rinnovamento dicevamo con tante facce nuove e nessuno dei “big” della giunta uscente in campo, nemmeno Paolo Borghi. E così il Pd prova a ritrovare la spinta per ripartire e per il rush finale che porterà al voto. Intanto domani sera è attesa l’assemblea dell’unione comunale che dovrà approvare il documento del direttorio e ratificare questa nuova fase del partito.
Ecco il documento integrale che sarà proposto all’assemblea dell’unione comunale:
«La scelta del Partito Democratico attraverso le elezioni primarie e l’individuazione di Lorenzo Mascagni come candidato sindaco impone una coerenza in tutto l’impianto elettorale.
La candidatura di Lorenzo Mascagni per le sue caratteristiche politiche e personali è portatrice di una forte innovazione.
Il Partito Democratico ritiene che la città di Grosseto abbia bisogno di una forte accelerazione dei processi di crescita e di un impegno nuovo nelle politiche di sviluppo per creare nuovi posti di lavoro. L’obiettivo è la valorizzazione del patrimonio umano e naturale, di professionalità e ambiente e la definizione di una strategia che favorisca il consolidamento e lo sviluppo del sistema d’imprese già presente e la crescita della capacità attrattiva per l’insediamento di altre strutture economiche.
Il lavoro realizzato dalla giunta Bonifazi costituisce una base solida da cui ripartire. Negli ultimi dieci anni la città ha vissuto la fase di profonda crisi, che ha coinvolto tutto il Paese, avendo la capacità di avviare processi di ammodernamento e proponendosi come buon modello di governo.
Oggi è necessario un nuovo inizio che faccia tesoro dell’esperienza trascorsa, ma che parli con volti e linguaggi nuovi.
Il Partito Democratico vuole caratterizzare questo passaggio compiendo una scelta coerente, proponendo un forte rinnovamento tra i candidati consiglieri e il totale ricambio di tutti i futuri componenti della giunta comunale. I consiglieri del 2016 rappresenteranno così lo scenario degli anni che verranno, saranno parte di una squadra che insieme ai nuovi assessori accompagnerà Lorenzo Mascagni fino al 2021.
Il rapido mutamento sociale e istituzionale, dei sistemi economici e di comunicazione che stiamo vivendo e che sono ogni giorno più intensi, necessita di interpreti coerenti e conseguenti al nuovo modello di politica e di governo rappresentato da Lorenzo Mascagni.
Il Partito Democratico dimostra anche in questo modo di essere in grado di esprimere innovazione, di saper riconoscere il valore, di guardare con attenzione alle capacità espresse e investire, contemporaneamente, nelle persone normali fino ad oggi fuori dalla politica.
L’innovazione non è per il PD una semplice citazione. Alle parole sappiamo offrire fatti e concretezza. La sfida nel Governo nazionale e locale è a noi stessi e a tutta la comunità.
Sono i dirigenti di oggi che si aprono al domani, mettono in discussione ruoli e percorsi politici, perché il bene comune non può essere ricercato nella difesa conservatrice, ma nella capacità di offrire spazi, di esplorare persone portatrici di idee, di ricercare la buona politica in mezzo alla gente».