ABBADIA SAN SALVATORE – “Dall’inferno al paradiso”. Così il portiere dell’Amiata Raffaele Ferioli commenta l’ultima di campionato contro la Marsiliana, in cui hanno strappato il punto che li divideva dal titolo di campioni del girone G di Seconda. Una gara subito in salita per i senesi, in doppio svantaggio contro un’avversaria partita forte e costretti a dare il massimo per rimediare e poi gestire il risultato fino al liberatorio triplice fischio.
«L’abbiamo vista brutta, ma abbiamo resistito – ha continuato Ferioli – Sono felice per noi, per la società che merita assolutamente la Prima per professionalità, impegno e passione, ma anche per gli oltre duecento tifosi che ci hanno seguito. Siamo un gruppo fantastico, in cui ognuno ha lottato e ha dato il massimo per l’altro fino alla fine. La nostra forza? Avendo la miglior difesa e non avendo un bomber da venti reti, dico l’umiltà e la compattezza grazie anche al lavoro di mister Savelli, molto competente».
Ferioli riguarda con gli occhi del veterano una stagione sempre in testa pur fra alti e bassi, in cui l’ombra dell’inseguitrice Pitigliano si è sempre fatta sentire, ma concede anche qualche parola su se stesso: «Con questa vittoria mi sono tolto un sassolino dalla scarpa, dopo nove mesi di sacrifici fatti consapevolmente. E’ una scommessa vinta. Qui sarò ricordato come uomo e portiere. Fra le cose più belle e importanti c’è il rispetto che ho avuto dalle società con cui ho giocato contro, perché mi fa capire di aver fatto qualcosa di buono. Per il prossimo anno devo ancora decidere, al momento non penso di rimanere qui».