GROSSETO – «La riforma del Codice degli Appalti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nei giorni scorsi presenta molti aspetti positivi ma non dissolve le preoccupazioni espresse in passato e puntualmente rappresentate al vice ministro Nencini, il 27 novembre scorso, nell’iniziativa sulla riforma degli appalti tenuta a Grosseto presso la sede dell’Associazione». Queste le parole di Renzo Alessandri, direttore di Cna Grosseto che interviene sul recente via libera alla riforma del codice degli appalti.
«In quella occasione, infatti, avevamo riproposto le nostre preoccupazioni sugli spazi che la riforma avrebbe potuto aprire alla piccola e media impresa, ricordando al vice ministro che le PMI italiane hanno una dimensione del tutto diversa da quella in essere nel resto dell’Europa».
«La difesa del made in Italy, proprio per questo motivo, passa a nostro giudizio non tanto e non solo dalla tutela del “prodotto” quanto da quella del sistema produttivo italiano e delle sue caratteristiche: anche di tipo dimensionale»
«Il recepimento della direttive europea, quindi, anziché essere approcciato in maniera acritica, deve tener conto della atipicità della piccola e media impresa italiana conformarsi alle sue caratteristiche è stata proprio questa la principale obiezione che abbiamo rivolto il 27 novembre al vice ministro».
«L’azione svolta da CNA in favore delle micro e piccole imprese ha permesso di raggiungere significativi risultati: dalla suddivisione in lotti delle gare d’appalto, all’aumento del numero di operatori economici invitati alle procedure negoziate, al tetto massimo – fissato nel 30 per cento – delle opere subappaltabili, al pagamento diretto dei subappaltatori (nel caso in cui questi siano costituiti da micro o da piccole imprese)».
«Registriamo però, nel contempo, anche alcune occasioni mancate. Ci riferiamo in particolare il mancato innalzamento a 258mila euro della soglia di iscrizione obbligatoria alle Soa e all’eliminazione dell’obbligo di ricomprendere, nel documento unico di regolarità contributiva, anche la verifica dell’incidenza della mano d’opera».
«Continua a preoccuparci, inoltre, il fatto che larga parte della riforma sia demandata a successivi interventi (si parla di più di 50 decreti attuativi oltre alle linee guida applicative che dovranno essere emanate dall’Anac), senza la garanzia di un pieno coinvolgimento delle Associazioni rappresentative delle piccole imprese».
«La CNA, ovviamente, vigilerà sull’iter del provvedimento. La riforma del Codice degli Appalti, oltre ad essere attesa da troppo tempo, si configura come uno strumento indispensabile per la salvaguardia del sistema delle piccole imprese. Non possiamo permetterci di vederla stravolta cammin facendo e men che meno “nell’ultimo miglio”: quello in cui dovranno essere emanati decreti e linee guida applicative».