GROSSETO – «Il successo indiscutibile del 50° Vinitaly, quest’anno ha paradossalmente messo evidenza la difficoltà della viticoltura maremmana ad avere una visibilità adeguata al dinamismo imprenditoriale dei suoi produttori». È l’incipit della riflessione dell’on. Luca Sani, presidente della XIII Commissione agricoltura della Camera, che nei giorni scorsi ha partecipato a diverse iniziative al Vinitaly, a partire dalla presentazione degli 89 articoli del “Codice della vite e del vino” di cui è primo firmatario, appena licenziato dalla Comagri.
«La presenza al Vinitaly di Jack Ma, Ad del più grande portale cinese di e-commerce – spiega Sani – ha aperto nuove possibilità per l’export vitivinicolo italiano. A fronte del grande fermento dei giorni scorsi, però, i vitivinicoltori della provincia di Grosseto si sono trovati da soli a promuovere il nostro territorio e i suoi prodotti, privi di un supporto e di una regia istituzionale. Per scelte del passato, infatti, la gran parte di loro è stata esclusa dal padiglione della Toscana, confinata in una struttura precaria e poco funzionale. Penso, e non è solo una mia opinione, che la marginalizzazione della Maremma vitivinicola al Vinitaly sia dovuta alle scelte poco lungimiranti fatte negli anni passati con l’operazione pretenziosa del Maremma Wine Shire. Che ha bruciato ingenti risorse senza lasciare nessun beneficio sul territorio, se non un po’ di visibilità effimera e personale a chi l’aveva ideata e promossa quando ha guidato la Camera di commercio. Ritengo che l’errore strategico più grave sia stato aver preteso di “rendere autonoma” la viticoltura maremmana rispetto alla corazzata del vino rappresentata dalla Toscana».
«Tuttavia, anche se c’è da recuperare terreno in termini di comunicazione e promozione del territorio, penso che nulla sia perduto, perché la qualità dei vini della Maremma è oramai generalmente riconosciuta. Lo scenario, dopo la sostanziale scomparsa della Provincia, è in evoluzione. Molto dipenderà dal ruolo che saprà svolgere A.Vi.to, la neonata associazione regionale dei consorzi di tutela. Nel frattempo bisogna che Enti locali e produttori si alleino per promuovere meglio il nostro territorio nell’ambito dell’offerta vitivinicola regionale, sfruttando il traino del brand della Maremma e della Toscana. A questo proposito credo che spetti a Lorenzo Mascagni, nella sua veste di candidato sindaco del Centrosinistra, avanzare una proposta al vasto tessuto imprenditoriale vitivinicolo che abbracci l’intero territorio provinciale. In modo che il vino faccia da locomotiva all’intero compatto agroalimentare, che nel nostro territorio ha le caratteristiche di un vero e proprio distretto produttivo. Come dimostrano i sette progetti integrati di filiera che hanno ottenuto dalla Regione Toscana 19 milioni di Euro di contributo – conclude Sani -, coinvolgendo 200 imprese agroalimentari».