GROSSETO – La sinistra che sostiene a Grosseto il candidato a sindaco Massimo Ceciarini (cioè Sel, Rifondazione Comunista e Possibile) “picchia” duro su Mascagni e sulla coalizione di centrosinistra. La rottura con l’Udc e l’imminente ingresso di Passione Grosseto è visto dalla sinistra come un ulteriore spostamento a destra.
«Prima il disagio e poi la rottura. Roba da non credere. A Grosseto, la coalizione guidata dal Pd e da Mascagni e’ sbandata talmente a destra che anche un partito di centro come l’UDC si è sentito scavalcato da dove non si sarebbe mai aspettato e ha deciso di rompere l’alleanza.
Se l’obbiettivo e’ quello di consegnare la città nelle mani di Vivarelli Colonna e dell’estrema destra mi pare che migliore strategia non poteva essere adottata».
«Ed il sussulto del candidato Mascagni che cita l’antifascismo e la Resistenza per assumere una parvenza di Sinistra purtroppo serve a poco. La Resistenza oggi, si pratica prendendo posizione. Quello che finora Mascagni ha evitato di fare. A poche ore dal Referendum trivelle il candidato sindaco di quello che ancora qualcuno si ostina a chiamare centrosinistra non ha dichiarato se andrà a votare o se seguirà il suggerimento antidemocratico del suo Presidente del Consiglio di astenersi. La cosa incredibile e’ che altri sindaci PD di questa provincia, da Bellumori alla Paffetti, per arrivare a Verruzzi e Galli, per fare alcuni di esempi, il coraggio di prendere una posizione ce l’hanno avuto. Mascagni no, come sulle infrastrutture strategiche, sui rifiuti o sulla sanità».
«Per fortuna, in attesa di capire cosa vuol fare il candidato Pd, un’alternativa c’è ed è chiara: si chiama Massimo Ceciarini. E domenica 17 aprile andrà a votare “Sí” insieme a tutti noi».