GROSSETO – “Regalato, senza allarme, senza niente… pure di notte” così al telefono i membri delle banda, nelle intercettazioni telefoniche effettuate dai Carabinieri della Compagni di Grosseto se la ridono della facilità con cui hanno messo a segno un colpo. Talmente “facile” che uno di loro già pensa “a rifarlo” ossia, tra qualche tempo, a tornare a ripulire di nuovo quella stessa casa già visitata due volte.
Anzi, raccontano di aver avuto anche fortuna: “quando dovevamo inizià a taglia la cassaforte” il vicino di casa ha pure “attaccato la musica a tappeto. Ormai lì potevi taglià tranquillo”. È un mondo quello che si apre alle forze dell’ordine che indagano sulla banda di nomadi sinti italiani che hanno messo a segno 40 colpi in pochi anni, per un bottino di oltre 800 mila euro.
Le intercettazioni rivelano una struttura piramidale con i nonni, i capostipite, al vertice e figli e nipoti a seguire le loro indicazioni. “Ma ‘ndo sei?” chiede la nonna al telefono al nipote che è al cinema. “Vieni un attimo perché loro so’ andati via, una famiglia che non andava mai via, adesso sono andati via adesso! So’ passati i ‘gaggi’ (le forze dell’ordine nel gergo della famiglia) e loro so’ andati!”
In Sardegna dopo un arresto a seguito di un colpo, una volta liberi si lamentano: “se c’era la dama (una donna invece di essere tutti uomini) andavano mica in galera” “Le donne ti salvano (come dire che con una donna in auto è più difficile dare nell’occhio)” poi proseguono parlando di un colpo in una villa “Siamo andati prima di Pasqua abbiamo preso settantamila euro”.