ORBETELLO – «Dopo gli aumenti sconsiderati delle tariffe e la conferma del parametro ISEE per accedere agli ormeggi sociali, c’è stato il crollo delle adesioni su Santa Liberata che alla scadenza del bando erano ferme a 90 contro i 194 disponibili. Posti che certamente anche quest’anno rimarranno vuoti se l’Amministrazione non farà un passo indietro almeno sulle tariffe senza considerare chi ancora non è riuscito a presentare domanda per mancanza dell’ISEE i cui tempi di consegna come è noto sono lunghi». A parlare è Ivan Poccia, responsabile della lista “Patto per il futuro”.
«Anche per l’Albegna le tariffe sono aumentate in modo considerevole e siamo in attesa di conoscere le adesioni – prosegue Poccia -, ma quel che più preoccupa è la situazione di Talamone che è ferma al palo. La sensazione è che vi siano problemi inerenti la volontà dell’Amministrazione di variare l’assetto degli ormeggi ed aumentare il limite massimo di lunghezza ammesso in deroga ad una regolare Ordinanza emessa dall’Autorità Marittima; se così fosse si dimostrerebbe ancora la mancanza di pianificazione per una problematica che va affrontata con le autorità competenti con anticipo e non nell’imminenza della stagione».
«Sulla sicurezza non si deroga – prosegue Poccia – sono anni che ripeto questa frase a chi nell’amministrazione cercando scorciatoie o provando a raccogliere consensi prova ogni volta che si parla di nautica da diporto a sottovalutare tutti gli aspetti ad essa connessi che siano di natura urbanistica o di sicurezza della navigazione. Restiamo in attesa di vedere cosa accadrà, ma sta di fatto che ad oggi gli ormeggi di Santa Liberata sono in affanno e del bando di Talamone non vi è traccia e la stagione è alle porte il tutto contornato dalla scelta scellerata di voler fare cassa su un settore già provato da 5 anni di incertezze e scelte sbagliate».
«La nostra ricetta era già stata annunciata ai diportisti e la ribadiamo con forza: Bisogna dare stabilità agli ormeggi, assegnare la gestione pluriennale alle Associazioni che potrebbero così investire in servizi, fare un bando unico e creare un interscambio nell’ambito comunale in maniera tale da smaltire il surplus di richieste di un sito a vantaggio di un altro che magari è in sofferenza, dando l’opportunità a chi lo volesse di poter usufruire dei vari punti di ormeggio e di mantenere la propria imbarcazione in acqua anche in inverno quando tanti residenti preferiscono andare a pesca e dare così respiro ad un indotto che da sempre ha garantito posti di lavoro sul territorio, apertura ai comuni limitrofi, il tutto – conclude – a tariffe sostenibili».