GROSSETO – Coldiretti Grosseto lancia la vertenza zootecnica per il prezzo del latte vaccino. Nei giorni scorsi nella sede di Grosseto si sono ritrovati i vertici regionali e provinciali dell’organizzazione per analizzare lo scenario di un settore in forte crisi.
“E’ una Pasqua di passione per gli allevatori maremmani – ha detto Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – nell’apertura dei lavori. Chiediamo alla Regione Toscana, tramite la nostra sede regionale di intraprendere le opportune valutazioni tese a dare riscontri e ristori a chi produce latte locale, riconducibile al proprio territorio. Non si può però tollerare che il prezzo per gli allevatori non arrivi neppure a coprire le spese minime. E’ indispensabile parallelamente lavorare nel percorso dell’origine degli alimenti continuando a fare chiarezza nelle etichette anche per il latte. Non si può abbassare sempre e solo il prezzo ai produttori. E’ intollerabile. I numeri dicono che nel 2006 il latte veniva pagato più di oggi. Gli allevamenti erano oltre 150 allora, oggi siamo appena a 90 stalle. Abbiamo perso 1/3 degli allevamenti e ai nostri figli diamo latte che arriva chissà da dove. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro arrivano dall’estero, sono stranieri, senza indicazione in etichetta come avviene per la mozzarella ed il pomodoro, per esempio”.
Ai lavori hanno portato il proprio contributo Giorgio Apostoli, responsabile settore zootecnico Coldiretti nazionale, Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana, Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana, che ha anticipato l’intervento di Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto. Purtroppo ancora oggi metà della spesa alimentare è anonima. Serve origine in etichettatura e condivisioni e aiuti per i produttori che con sacrificio, passione ed azione garantiscono un prodotto sano e di qualità. “De Concilio e Marcelli – ha concluso Renna – hanno garantito supporto ed azioni concrete”.