GROSSETO – «Personaggi in cerca di protagonismo e visibilità hanno di recente alzato il dito accusatorio contro le Associazioni che hanno dato vita alla CCT per una legge, quella sulla gestione degli ungulati, dei cui contenuti, si sono accorti decisamente in ritardo». Intervengono così Luciano Monaci, presidente provinciale Federcaccia, Francesco Rustici, presidente provinciale Arcicaccia e Maurizio Capitini, presidente provinciale Anuu Migratoristi.
«Gratificati ed appagati dall’essere stati “consultati” direttamente dall’assessore in persona, hanno
forse comprato a scatola chiusa e sono stati poi assenti per oltre un anno dalla battaglia e dal
serrato confronto che, nel frattempo, la Confederazione Cacciatori Toscani conduceva per correggere storture e limiti – aggiungono -. Ponendo come centrale il ruolo delle squadre di caccia al cinghiale e rivendicando per gli ATC competenze effettive per determinarne modalità e strumenti adeguati alla gestione degli ungulati».
«Un impegno costante, che la Confederazione cacciatori Toscani ha espresso sin dalle prime fasi di
gestazione della legge obiettivo lo scorso anno – dicono – posizioni documentate da articoli di stampa,
presenza sui principali siti e, soprattutto, dalla formulazione di proposte di modifica durante tutte
le fasi, sino al dibattito in commissione e, ultimo in ordine di tempo, durante la consultazione in
Regione del 18 marzo ultimo scorso».
«Adesso, con l’entusiasmo che caratterizza gli ultimi arrivati, i “dirigenti” della fronda
antiassociazioni reclamano a gran voce le stesse cose, anche in questo caso con un giorno di
ritardo rispetto a quanto riaffermato dalla CCT nell’incontro con l’Assessore Remaschi. Non è mai troppo tardi, recitava il titolo di una vecchia trasmissione televisiva».
«Meraviglia semmai che alla tentazione di accodarsi a questo coro sembrino cedere anche
associazioni, presenti all’ultimo incontro in assessorato, che in quell’occasione si sbracciavano per
esprimere condivisione con quanto espresso dalla CCT – concludono -. A quanti in buona fede rischiano di cadere nelle trappole tese da qualche arruffapopolo la CCT rammenta che l’unità del mondo venatorio e non la sua frammentazione è la via maestra per ottenere risultati concreti. Prima che sia troppo tardi. La CCT peraltro continuerà nella sua azione, in difesa di tutti i cacciatori e della corretta gestione
della fauna».