FOLLONICA – «Solo la metà circa della palizzata da recuperare è stata rifatta. Il tratto iniziale, parte di quello centrale e quello terminale non hanno avuto nessuno intervento». Così l’associazione La Duna interviene sui lavori effettuati dal Comune di Follonica per proteggere la duna. Alla fine del 2014 incontrammo l’assessore Pecorini e sollecitammo l’attenzione dell’amministrazione sullo stato disastroso in cui anni di abbandono avevano ridotto le opere di protezione della duna nel tratto della spiaggia conosciuta come “Tony’s” a Pratoranieri».
«Più volte era stato richiesto alla giunta precedente un intervento di manutenzione per non buttare via più di 150mila euro spesi per proteggere la strada e consentire il riformarsi della duna portata via dalle mareggiate e distrutta dal calpestio della gente. Niente da fare – prosegue l’associazione ambientale -. Quando incontrammo Pecorini invece trovammo subito ascolto e venne preso l’impegno di recuperare il tutto. Lentamente, prima dell’estate 2015, iniziarono i lavori di sistemazione delle docce e delle discese a mare».
«Tra la fine dell’anno e questi giorni l’intervento è stato completato, almeno a detta dell’amministrazione – prosegue -. Siamo andati a vedere diverse volte e ad una iniziale soddisfazione si è sostituito un notevole disappunto nel verificare che solo la metà circa della palizzata da recuperare era stata rifatta. Il tratto iniziale, parte di quello centrale e quello terminale non hanno avuto nessuno intervento. Le protezioni eseguite sono soddisfacenti e svolgeranno sicuramente il ruolo di aiuto alla ricostituzione della vegetazione e consolidamento della duna, però si parla di solo un tratto. Il resto viene lasciato com’era, con le palizzate protettive pressoché inesistenti e con la possibilità di attraversare la duna in parecchi punti calpestandone la vegetazione».
«Speriamo che l’amministrazione trovi poche migliaia di euro per completare l’intervento prima dell’estate, anche perché si parla di cifre veramente esigue rispetto ai bandi di gara che siamo abituati a vedere in altri campi che non siano il settore ambientale. Aspettare ulteriormente e rimandare non farebbe che aumentare i costi di eventuali ed auspicabili interventi. Non possiamo parlare di incentivi al turismo, attenzione alle tutela dell’ambiente e poi – conclude La Duna – non riuscire mai a vedere un intervento come deve essere fatto».