GROSSETO – «Le autorità che hanno dato le concessioni conoscono il “Nostro territorio” come lo conosciamo noi pescatori» La domanda viene dalla Fipsas, che interviene sugli sversamenti avvenuti nei giorni scorsi nel torrente Carsia e nel fiume Bruna «con consistente moria di pesci. La stessa cosa precisa era già avvenuta qualche giorno prima sul canale Molla, e poi come visto nel parco della Diaccia Batrona».
«Le acque sono preziose – prosegue la Fipsas -, e lo sono pure i pesci per i suoi abitanti e per tutte le attività collegate alla pesca e al turismo. Invece assistiamo alla nascita di impianti di biogas ma annichilire una falda, poi porta ad inquinamenti non reversibili. Lo stesso pulire il reticolo di fossi, canali e Fiumi da parte del Consorzio Bonifica, senza prelevare i sedimenti (vedi il Fiume Ombrone che sta diventando pensile) porta a creare morie di pesci di imponenti dimensioni cui talvolta gli stessi tecnici del consorzio ci chiamano a rimediare per non aver prodotto buche o rifugi a favore della preziosissima fauna ittica presente (lucci, tinche, cavedani). Possibile che si possa inquinare come ci pare e piace, e che nessuno obblighi al risarcimento del danno, e al ripristino della fauna perduta?».