GAVORRANO – Una pompa rimasta inavvertitamente accesa. È questa la causa dello sversamento di digestato che si è riversato nel torrente Carsia, al confine tra i comuni di Massa Marittima e Gavorrano e dal Carsia nel Bruna. Lo comunica in una nota l’Arpat che ha compito le analisi.
«Nella mattina di sabato 5 marzo in un impianto per la produzione di biogas nel comune di Massa Marittima, si è verificato uno sversamento di circa 2.000 metri cubi di digestato, nel torrente Carsia che scorre poco distante dall’impianto – afferma Arpat -. Il torrente in questione confluisce a valle nel torrente Bruna che arriva fino al mare, nel comune di Castiglione della Pescaia. Sulla base delle prime informazioni ricevute, lo sversamento sembra sia stato determinato da una pompa ad immersione, per il trasferimento del digestato da una all’altra vasca di stoccaggio, rimasta accesa per cause da determinare».
«Operatori Arpat del Dipartimento di Grosseto in servizio di pronta reperibilità, allertati dal Corpo Forestale dello Stato, alle ore 12 si sono recati sul posto, constatando che i responsabili dell’impianto stavano provvedendo a realizzare un argine per interrompere l’afflusso di digestato nel torrente – prosegue la nota -. I tecnici dell’Agenzia hanno prelevato campioni di acqua del torrente a monte, immediatamente a valle dello sversamento ed a qualche chilometro più a valle, oltre che nella canaletta, all’esterno dell’impianto, attraverso la quale il digestato ha raggiunto il torrente. Hanno anche hanno provveduto a misurare l’ossigeno disciolto nel Carsia, alcuni km a valle dello sversamento (8 mg/l) dove l’acqua anche se limpida presentava presenza di schiuma. Quindi nel fiume Bruna, in loc. Macchiascandona (6,5 mg/l) dove le acque presentavano il colore scuro del digestato. In entrambi i casi la concentrazione di ossigeno si presentava elevata e non indicava – al momento del controllo – rischio di anossia».
«Sono arrivati, infine, a Castiglione della Pescaia, dove il Bruna si riversa in mare. Alla foce le acque non presentavano segni di contaminazione, ma c’è da rilevare che al momento del sopralluogo c’era mare grosso che, spinto dal forte vento, rientrava nel canale. Durante le verifiche effettuate i tecnici Arpat – conclude la nota – non hanno notato morie di fauna ittica e non sono loro pervenute segnalazioni in merito».