GROSSETO – Non si placa la polemica all’indomani della scoperta, da parte della Procura di Grosseto di una maxi truffa con olio dalla Grecia fatto passare per Toscano Igp.
«L’inchiesta sull’olio d’oliva che ha portato a sequestrare quintali di prodotto contraffatto, perché venduto come Toscano Igp ma in realtà proveniente dalla Puglia e dalla Grecia, e a iscrivere nel registro degli indagati decine di imprenditori, tra i quali alcuni maremmani, rappresenta purtroppo l’ennesimo colpo inferto alla buona fede dei consumatori». Afferma la Confartigianato. «Ma è proprio in circostanze come queste che si rivela più che mai valido l’appello a cercare sempre la maggiore qualità possibile nell’acquisto dei prodotti alimentari, olio compreso. E a questo proposito, anche nel comparto dell’olio, la Maremma non teme confronti. In questo momento non vogliamo entrare nel merito delle indagini – dice il segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto, Mauro Ciani – ed è giusto che in tutta questa vicenda la magistratura accerti le responsabilità. Ma è altrettanto importante adesso non generalizzare, né colpevolizzare un’intera categoria per i reati eventualmente compiuti da alcuni. Perché i nostri frantoiani e le aziende del territorio hanno nel loro dna la produzione di qualità e da sempre svolgono un lavoro eccellente, a tutela del mercato e della salute del consumatore. Reprimere con estrema fermezza le frodi e le sofisticazioni dell’olio di oliva è di fondamentale importanza sia per i consumatori sia per l’intera categoria dei nostri produttori. Generalizzare però all’intero comparto gli atti illeciti di pochi sarebbe pericoloso, perché potrebbe indurre nel consumatore il dubbio che tutto il settore dell’olio maremmano sia coinvolto nella frode alimentare: questo danneggerebbe i frantoiani onesti, produttori che lavorano tutti i giorni per un olio di qualità, a tutela dei consumatori». E’ proprio per questo che Confartigianato da anni chiede agli enti preposti un’attenzione particolare nel tutelare le certificazioni d’origine e chi lavora con onestà e passione, nel rispetto di tutte le regole. L’olio d’oliva è una straordinaria eccellenza del nostro territorio che merita la massima valorizzazione e tutela, anche e soprattutto in situazioni come questa.
«L’ennesima vicenda legata al sequestro di circa 300 quintali di olio proveniente dalla Puglia e dalla Grecia e venduto come extravergine di oliva IGP toscano, ribadisce la necessità di rafforzare le misure per i reati agroalimentari, in particolare dal punto di vista penale e l’urgenza di interventi in ambito internazionale, con un indirizzo politico deciso per nuovi accordi commerciali, affinché il nostro Paese pretenda un maggiore rigore nella applicazione delle norme che tutelano i marchi ed i segni distintivi del made in Italy». Così in una nota, Monica Faenzi deputata di Alleanza liberal popolare e componente della Commissione Agricoltura della Camera. «Ho presentato questa mattina un’interrogazione parlamentare al Ministro Martina sulla vicenda – dice Faenzi -, affinché si potenzino ulteriormente le attività repressive e di controllo, da parte delle autorità nazionali preposte, che peraltro già operano in maniera eccezionale, contro il fenomeno della contraffazione, così diffuso e vario, che produce danni assai rilevanti ai produttori “onesti” e ai consumatori, che spesso acquistano prodotti non solo artefatti, ma anche di scarsa qualità e talvolta anche pericolosi e dannosi per la salute. Questa vicenda – continua Faenzi -, s’inserisce nel più ampio contesto legato ai prodotti agroalimentari contraffatti e venduti come made in Italy. A tal fine, è necessario fare ricorso a diversi strumenti di intervento, specie a livello europeo e mondiale, punendo nei singoli Stati – conclude la deputata di Grosseto -, ogni ingannevole imitazione ed ogni indicazione suggestiva che possa confondere i prodotti fortemente caratterizzati, come appunto il made in Italy, con scadenti imitazioni in altre parti del mondo».