ORBETELLO – Piccoli vasi, oggetti in bronzo e in ceramica, e persino una piccola statuina, forze una divinità, di terracotta. È solo una parte dei reperti archeologici di origine etrusca che la Guardia di finanza di Orbetello ha sequestrato a casa di due orbetellani, padre e figlia.
Le indagini eran partite da una busta, partita da Amsterdam, e indirizzata ad una abitazione di Orbetello, che era stata trovata dalla finanza nell’ufficio postale lagunare durante un controllo con le unità cinofile. Dentro alla busta era stata trovata sostanza stupefacente. L’indirizzo era quello di una abitazione in cui vive una giovane donna, ma anziché il nome della ragazza come destinatario era stato messo quello del cane. Durante le indagini è emerso che al ragazza era stata, a febbraio, in vacanza ad Amsterdam e da qui si era inviata tre plichi contenenti droga.
Il ritrovamento ha fatto così scattare la perquisizione a casa della giovane che vive con il padre: qui sono stati rinvenuti quattro grammi di sostanza stupefacente, un bilancino di precisione, strumenti da taglio e, in una teca, 48 reperti archeologici, opere di officina etrusca ascrivibili ad un’epoca compresa tra il VII e il IV sec. a.C., di grande valore artistico e culturale, opere che, sul mercato nero, avrebbero fruttato oltre 50.000 euro. L’uomo è stato denunciato a piede libero per detenzione illecita di beni culturali mentre la figlia per traffico di sostanze stupefacenti.