GROSSETO – Un ritrovamento casuale, inaspettato quanto straordinario quello dei reperti fossili di Poggetti Vecchi. A tre anni dalla loro scoperta, la Fondazione Grosseto Cultura (per mezzo del Museo di Storia Naturale della Maremma), in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Toscana e il Comune di Grosseto ha organizzato una mostra esponendo al pubblico una parte dei reperti recuperati e restaurati grazie al contributo economico elargito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. A corredo dell’esposizione, numerosi pannelli ricchi di informazioni sul ritrovamento, sulla ricostruzione del paleoambiente e delle condizioni climatiche della pianura grossetana nel Pleistocene. Un breve filmato, proiettato nella saletta conferenze, illustra le modalità di scavo, effettuato anche grazie al contributo e alla disponibilità di Aldo Ceccarelli, proprietario dell’area dove è avvenuto il ritrovamento, e di restauro, nonché alcune fasi relative all’allestimento della mostra nella sua sede temporanea presso le Casette del ‘500, di fianco al Cassero Senese.
La mostra è stata inaugurata il 18 luglio 2015 e, in poco più di 4 mesi, sono stati oltre 2000 i visitatori che hanno potuto ammirare ciò che resta di questi immensi esemplari che un tempo pascolavano nelle praterie maremmane insieme ad altre specie di mammiferi e agli uomini di Neanderthal.
Molti i turisti, ma soprattutto i grossetani, in particolare dopo la pausa estiva, che sono venuti ad ammirare ciò che resta di questi imponenti esemplari e la ricostruzione di quella che era la pianura di Grosseto circa 150.000 anni fa.
A partire dalla metà di settembre numerose scuole, dai piccolini dell’infanzia ai ragazzi delle superiori, sono stati accompagnati dai loro insegnanti e dagli operatori del museo a visitare la mostra o a partecipare ai laboratori che, attraverso delle esercitazioni pratiche, hanno permesso agli studenti di migliorare le loro conoscenze paleontologiche su questa specie estinta di elefanti.
Tra novembre e dicembre sono stati inoltre organizzati tre incontri tematici di approfondimento per dare aggiornamenti sui restauri in corso, su ciò che si conosce al momento degli uomini di quel periodo e sulle informazioni ricavate dallo studio dei sedimenti.
Molto ancora resta da scoprire di questo “giallo” ancora irrisolto attraverso lo studio dei numerosi reperti ossei, litici e lignei custoditi e conservati per così lungo tempo nelle acque tiepide e fangose dei laghetti di questo sito così particolare. Un mosaico ancora da ricomporre per gli esperti e un’attrattiva che si aggiunge al già ricco patrimonio ambientale e culturale che la Maremma offre a chi la sceglie come meta turistica.
Da gennaio 2016 la mostra non è più aperta al pubblico. Gruppi e scolaresche potranno invece prenotare una visita contattando il Museo di Storia Naturale della Maremma fino al 29 febbraio 2016. Le scuole potranno inoltre richiedere i laboratori “Memorie…di elefante” e “gli antichi elefanti della Maremma” se desiderano fare un lavoro più approfondito.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.museonaturalemaremma.it o chiamare negli orari e giorni di apertura del Museo al numero 0564 488571.