GROSSETO – Il costo della Tari, la tassa sui rifiuti, pesa troppo sulle imprese. A lanciare il grido d’allarme è l’Ascom Confcommercio di Grosseto. Dall’indagine realizzata dal centro studi della Confederazione a livello nazionale, emerge che la spesa supera di gran lunga il reale fabbisogno per il servizio di ritiro e smaltimento, e per la precisione a Grosseto del 24%, mentre a Follonica del 19%.
Bollette troppo salate non solo in Maremma, ma in tutta la Toscana, nonostante qualche comune più virtuoso. La Tari, in sostanza, si conferma un costo troppo oneroso sia per le aziende che per le famiglie. Dati alla mano, dal 2010 al 2014, in soli 5 anni la tassa rifiuti in Italia è aumentata del 48%. La Toscana è tra le prime tre regioni in cui il costo pro-capite dei rifiuti è arrivato a oltre 180 euro annui, mentre la media italiana è di 140 euro.
Tutto questo, mentre la produzione dei rifiuti diminuisce, e mentre ci sono cittadini ed imprese che faticano a star dietro alle regole della raccolta differenziata. Altra assurdità, è il fatto che ogni Comune può fissare coefficienti diversi per la determinazione della spesa. Senza dimenticare che ci sono categorie produttive, come i ristoranti e i macellai, obbligati a pagare due volte, la prima per lo smaltimento degli assimilati e la seconda per i rifiuti speciali, come olii esausti o scarti di lavorazione delle carni.
Ascom Confcommercio Grosseto, aderendo all’iniziativa confederale contro il “caro-rifiuti”, sta inviando delle lettere ai Comuni del territorio per chiedere alle amministrazioni pubbliche un confronto su questo tema così importante per lo sviluppo del tessuto produttivo.
«Seguiamo da tempo la questione Tari, negli anni abbiamo fatto pressioni nei confronti dei comuni per avere riduzioni, agevolazioni e minori disparità – spiegano dall’associazione – ma evidentemente ancora non è stato fatto abbastanza, perché i costi ad oggi sono ancora insostenibili. Vogliamo per esempio sapere da alcuni comuni il risultato delle lamentele che gli stessi intendevano rivolgere al gestore, Sei Toscana, in merito all’incidenza dei costi fissi e all’efficienza e competitività dell’azienda, anche in relazione alla qualità del servizio reso. E torniamo a pretendere trasparenza. E’ importante che i comuni esplicitino i criteri di ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche, abbandonando, laddove adottata, la logica del gettito storico e introducendo quella dell’effettiva produzione di rifiuti, sulla base del metodo misto, che, secondo le simulazioni effettuate, risulta preferibile in quanto consente di mitigare situazioni estreme rispetto al metodo cosiddetto residuale».
Come già precisato, in provincia esistono molte disomogeneità nelle tariffe, così come situazioni “più virtuose”. In attesa di incontrare le singole amministrazioni, l’Ascom Confcommercio Grosseto ha già aperto uno sportello Tari presso la sede di via della Pace al fine di aiutare gli imprenditori nel calcolo dei costi da pagare, per verificare eventuali errori e per beneficiare di possibili agevolazioni.