GROSSETO – «Come ogni anno l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia partecipa, con la testimonianza e i valori di cui è portatrice, al “Giorno del Ricordo”» Lo afferma l’Anpi provinciale che spiega il motivo dell’adesione «Il proposito che anima gli antifascisti è di fare anche di questa ricorrenza un’occasione di seria e responsabile ricostruzione della nostra storia, libera da qualsiasi condizionamento, e per riconfermare e rilanciare il bene supremo della pace tra i popoli del mondo, della libertà e della democrazia, della tolleranza: condizioni essenziali per la piena realizzazione delle persona umana».
«Stiamo finalizzando alcune importanti iniziative di studio, quali il recentissimo seminario nazionale il Convegno sul confine orientale e quella in corso proprio la mattina di mercoledì 10 febbraio, organizzata a Grosseto insieme all’ISGREG e alle Istituzioni locali. Contemporaneamente siamo in Piazza Rosselli il pomeriggio alla 16.30 con un nostro presidio per esprimere ancora una volta l’anima democratica e antifascista della città e della Maremma. Quella delle foibe, nelle quali furono gettati anche molti partigiani italiani, l’esodo di 250.000 tra istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre, verificatesi conseguentemente alla seconda guerra mondiale scatenata dal nazi-fascismo, sono tragedie immani che interpellano la coscienza di tutti; non possono né devono essere strumentalizzate a fini di parte, tanto meno da chi appartiene dalle associazioni, che annoverano militanti che si definiscono “i fascisti del nuovo millennio”».
«Così il “Giorno del Ricordo”, piegato alle ragioni della propaganda, divide invece di unire e rischia di diventare il polemico contraltare di quello “della Memoria” dedicato all’Olocausto degli ebrei e di tutti gli oppositori avvenuto per mano dei nazisti – scrive l’Anpi -. Il chiaro tentativo di riaffacciarsi in piazza da parte della destra più estrema rappresenta un pericolo che non va sottovalutato da nessuno, cominciando dalle Pubbliche Autorità. Questo deve infatti essere considerato in un quadro europeo tutt’altro che rassicurante, perché segnato da ricorrenti presenze fasciste e razziste, che in alcuni Paesi hanno addirittura spinto al governo formazioni politiche dichiaratamente antidemocratiche. Contestualmente le azioni securitarie intraprese da alcuni governanti, rispondendo al terrorismo con la sospensione dei diritti costituzionali e alle migrazioni del nostro tempo con la chiusura delle frontiere, mentre precipitano il Continente in un passato che credevamo morto e sepolto alimentano paure e diffidenze che costituiscono l’ambiente culturale più idoneo al successo della destra xenofoba».
«Perciò l’ora è delle più impegnative; l’antifascismo, da testimonianza storica, etica e morale, sta tornando ad essere dopo decenni materia di battaglia politico-ideale, per sconfiggere una deriva estremamente minacciosa – afferma l’Anpi -. Il contrasto di tutte le guerre, la lotta alle crescenti disuguaglianze e l’accoglienza dei più deboli, come quelle per il lavoro e la tutela dell’ecosistema, sono oggi il terreno più concreto e attuale di iniziativa popolare. L’ANPI, in quanto legittima erede della Resistenza, chiama i cittadini e le cittadine, specialmente le giovani generazioni, a ritrovarsi nel messaggio civile e democratico della Costituzione Repubblicana, e a battersi coerentemente per un mondo migliore e più giusto, fondato sul rispetto reciproco e sul bene comune, dove non vi sia alcun posto per l’odio, per ogni prevaricazione e dittatura di sorta».
«Crediamo che questa sia la maniera migliore di rendere omaggio ai caduti, però senza fare di ogni erba un fascio: attualizzando quanto i caduti della lotta di Liberazione fecero per noi, fino all’estremo sacrificio, ci assumiamo l’onore di essere i continuatori dei loro ideali nel mondo in cui viviamo – conclude -, cercando sempre di dimostrarci all’altezza dell’eredità che tutti assieme ci hanno lasciato».