GROSSETO – Appena diffusa ha subito suscitato un ampio dibattito sui social e non solo. stiamo parlando della foto tra Antofrancesco Vivarelli Colonna, candidato sindaco del centrodestra, e Silvio Berlusconi. Scattata a Palazzo Grazioli, residenza romana dell’ex cavaliere, la foto ha alimentato una serie di reazioni tra chi ha visto di buon occhio la benedizione del “Barlusca” e chi invece lo ha visto come un passo indietro rispetto anche alla proposta di civismo più volte sottolineata da Vivarelli Colonna.
E tra le critiche c’è anche quella del segretario provinciale del Pd Marco Simiani.
«La foto del candidato di destra alla carica di Sindaco accanto a Silvio Berlusconi – scrive Siminai sul suo profilo Facebook – esprime in un attimo la differenza tra il Pd e chi guarda al passato. Il Pd guarda ai progetti, la destra le foto sbiadite.
«Noi ci candidiamo ad essere la “casa di tutti i riformisti” ad ogni livello. Al livello nazionale perchè abbiamo ripreso in mano un Paese ridotto dal berlusconismo a non avere vie d’uscita e prima lo abbiamo salvato da sicuro fallimento e poi abbiamo cominciato faticosamente a risollevarlo. E al livello locale perché siamo in grado di garantire un nuovo approccio all’amministrazione cittadina rispetto ai radicali cambiamenti che il territorio e gli enti locali hanno vissuto in questi ultimi anni, con i comuni costretti a farsi carico della scomparsa della Provincia. Nuove esigenze e quindi nuovo modo di governare ma sulla base di una cultura politica dalla grande tradizione di buon governo, in Toscana come a Grosseto».
«La destra rappresenta invece lo stesso schema di gioco di sempre, a prescindere dal candidato. Le stesse parole d’ordine (sostanzialmente un unico tema, generico e di facile presa), la stessa scontata necessità di una foto in posa accanto alla figura più vecchia e arrugginita del panorama politico italiano. Una incurabile nostalgia per quello stesso Silvio Berlusconi che, alla fine di un ciclo di governo, era stato allontanato a furor di popolo ma che, insieme agli slogan populisti di Salvini rappresenta la vera e unica anima della destra.
D’altro canto l’alternativa a questo film dell’orrore non può certo essere rappresentata dai 5 Stelle che, come già dimostrato nelle poche realtà che governano, non hanno un’idea di città e quindi rincorrono ogni protesta e si nascondono dietro al mantra del saranno i cittadini a decidere, sollevandosi così dall’obbligo di avere delle proposte e delle responsabilità».
«L’alternativa è dunque il Pd, al centro di una coalizione di forze riformiste in grado di comprendere i cambiamenti sociali ed economici in corso, di costruire gli schieramenti in base ai contenuti e non il contrario. Capace di rinnovarsi e, soprattutto, di essere collegata con la realtà senza bisogno di ancorarsi al passato».