SANTA FIORA – «Come consiglieri comunali del gruppo “Un Comune per Tutti”, alcuni giorni fa abbiamo presentato una formale denuncia presso un organo di Polizia per lo stato di devastazione nel quale è stato ridotto il vecchio Mulino, immobile pubblico ristrutturato e arredato con risorse collettive». La notizia viene proprio dai tre consiglieri di opposizione Riccardo Ciaffarafà, Giacomo Albertini e Paolo Vichi.
«Sarebbero sufficienti le immagini per far comprendere cosa è accaduto al Mulino, che si trova a poche decine di metri dall’abitato e lungo la strada che conduce al cantiere comunale, ma è utile ricordare che come minoranza avevamo denunciato da anni, pubblicamente e in consiglio comunale, lo stato di abbandono della struttura che, non dimentichiamolo, era completamente arredata con suppellettili e mobili di pregio e molto costosi – prosegue “Un comune di Tutti” -. Avevamo scattato nell’aprile 2013 delle foto all’interno perché una delle porte d’ingresso era stata lasciata colpevolmente aperta. Chiedemmo almeno di trasferire quei mobili nelle scuole del comune, così da metterle al riparo dall’umidità e da possibili furti, ci fu risposto che di lì a poco sarebbero iniziati i lavori per l’eliminazione della frana dalla rupe sottostante l’abitato di Santa Fiora, che è stata la causa del mancato uso della struttura».
«Nel frattempo hanno rubato tutto quello che era possibile (dai mobili ai quadri elettrici) e tutto il resto è stato distrutto – prosegue l’opposizione -. Sicuramente i maggiori responsabili di questa devastazione sono gli inqualificabili vandali che hanno spaccato porte, vetri, sanitari ecc. Ma chi aveva il dovere di sorvegliare cosa ha fatto? Perché non ci ha mai ascoltato togliendo gli arredi per destinarli alle scuole? Perché a seguito delle nostre segnalazioni non è stato messo in sicurezza l’immobile, rendendolo inaccessibile? Perché una struttura a due passi dal centro non è stata mai sorvegliata?»
«Oggi il sindaco, sfidando il senso pudore afferma che: “Una cosa è certa: la struttura non va demolita, perché è nuova. Ci sarà da fare dei lavori di imbiancatura, manutenzione degli impianti termici e altri piccoli lavori non strutturali. Poi c’è da riflettere sulla destinazione. Si tratta di un edificio in una posizione bellissima, che potrebbe essere interessante valorizzare per la promozione turistica di Santa Fiora. Si accettano proposte”. In realtà il sindaco finge di ignorare che quell’immobile è stato recuperato per destinarlo a “Info point e ostello della gioventù” inserito nel parco fluviale dell’alto corso del fiume Fiora. I lavori di ristrutturazione e arredo furono cofinanziati con i fondi della Comunità Europea».
Il costo complessivo di tale operazione si può così descrivere: Parco fluviale – Ex mulino Progetto esecutivo approvato nell’ottobre 2003.
Costi:
– Lotto Mulino 565 mila euro (prevedeva la realizzazione di un ostello della gioventù, con 8 posti letto, spazi di soggiorno e svago e ufficio di coordinamento turistico).
– Lotto S. Antonio 400 mila euro (allestimento aree per spettacoli, concerti ed eventi, con una piccola arena da 120 posti, con due ambienti di circa 70 mc con punto ristoro).
– Lotto Ambiente 144 mila euro (dedicato al ripristino della vegetazione subito a ridosso della parte vecchia del paese per una maggiore fruibilità del paesaggio).
– Lotto Percorsi 224 mila euro (sistemazione sentieri lungo il fiume e collegamento tra i punti nodali del parco)
Totale 1.333.000 euro. I lavori sono stati consegnati per la realizzazione nei primi mesi del 2005 e sono durati circa tre anni.
Dopo l’ultimazione dei lavori, l’area fu interessata da qualche movimento franoso proveniente della rupe lavica a valle dell’abitato di Santa Fiora, quindi fu deciso di non aprire la struttura Mulino di Melampo. Da allora sono in corso studi e progettazione per contenere la frana, anche se i lavori, finanziati tramite Accordo di programma fra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Toscana, per circa 2,5 milioni, con avvalimento per le operazioni burocratiche del Comune di Santa Fiora, non sono ancora iniziati, nonostante che la relativa gara sia stata aggiudicata il 5 ottobre 2015.
«Il sindaco quindi, o mente, e sarebbe grave, oppure non sa di cosa parla, e sarebbe gravissimo – conclude l’opposizione -. Comunque solo questo sarebbe sufficiente affinché il sindaco rassegnasse le proprie dimissioni per manifesta incapacità».