GROSSETO – Da oggi anche Lorenzo Mascagni scende in campo per le primarie del centrosinistra. Dopo gli appelli della società civile e degli iscritti al Partito democratico, Mascagni ha sciolto la riserva e si è presentato alla città scegliendo un luogo simbolo di Grosseto, il parco giochi di via Ximenes, intitolato allo storico sindaco Renato Pollini.
«È qui che giocavo da piccolo – dice Mascagni – ed è qui che giocano oggi i miei figli. Per me è un luogo importante anche perché porta il nome del sindaco Pollini e perché è anche vicino ad un’area indicata spesso come luogo di difficoltà e di complessità, legata alla difficile convivenza con l’immigrazione. Ho scelto proprio questo luogo non tanto per mostrare soluzioni, ma per far comprendere la complessità della realtà di oggi e come la politica deve lavorare per trovare le soluzioni».
Di fatto da oggi inizia la sua corsa, un percorso di confronto con i cittadini lavorando per unire e non per distruggere. «Credo che un sindaco debba poter rappresentare tutta la città, per questo avevo chiesto che sulla mia candidatura ci fosse la più grande condivisione possibile. Per rappresentare tutti infatti c’è bisogno prima di rappresentare la parte dalla quale si proviene. Il segnale dal mio partito, il Pd, è arrivato e ho deciso di accettare la candidatura».
In campo per il Pd c’è già un altro candidato, il vicesindaco Paolo Borghi. «Dobbiamo tutti insieme riaccendere una scintilla in questa città – aggiunge Mascagni – e il mio impegno sarà in questo senso. Non so dove arriveremo, ma sicuramente la mia sarà una corsa leale perché per me la politica non è una guerra. E dico chiaramente che chi vince le primarie deve essere sostenuto da tutto il partito e da tutta la coalizione, perché l’obiettivo di tutti noi è vincere le elezioni di giugno».
Parlando poi delle ultime polemiche dentro al Pd sulle firme a sostengo di Mascagni, il candidato ha detto: «si parla di me come il candidato della nomenclatura: credo che nel partito io sia quanto di più lontano dal concetto di nomenclatura».
Per parlare di programmi ci sarà tempo, «lo faremo nei prossimi giorni» dice Mascagni che poi accenna tre punti su cui si baserà la sua proposta politica. «Dobbiamo lasciar da parte l’individualismo, costruire i progetti e condividere idee insieme: solo in questo modo sapremo affrontare le sfide che ci attendono con uno sguardo diverso che tenga conto della comunità e della collettività, del bene comune. Secondo cosa che ci tengo a dire è la questione sicurezza: sta a cuore a tutti e non soltanto a una parte. La domanda che ci dobbiamo porre è per se lasciare la questione soltanto nelle mani delle forze dell’ordine o se invece la politica può dare risposte diverse che si affiancano alle attività di repressione. Infine: nelle casse dei comuni ci sono sempre meno risorse e se vogliamo risolvere i problemi che dovremo affrontare sarà necessario valorizzare il rapporto tra cittadini e amministrazione, perché il governo della città non è un affare di pochi, ma deve interessare tutti. Non è con il disinteresse che si risolvono i problemi».