GROSSETO – «Manifestiamo piena solidarietà alla direttrice delle poste di Roccalbegna». Così Graziano Benedetti segretario provinciale Slc della Cgil interviene sulla rapina alle poste di Roccalbegna. «Il rischio rapina è un tema complesso, non legato esclusivamente a sofisticati sistemi di sicurezza o ad alcuni adempimenti contrattuali». Afferma.
«Per l’azienda il primario rischio da tutelare o contenere è riferito al denaro, per le RLS ed i sindacati al contrario la rapina deve essere considerata un rischio personale specifico dell’addetto allo sportello – prosegue la Cgil -. Tutte le soluzioni devono tendere a minimizzare i danni ed i traumi psicofisici che un evento criminoso può provocare ai lavoratori ed ai clienti. Poste Italiane fa rientrare il rischio rapina nella vasta gamma da quelli derivanti da atti criminosi di terzi, mettendoli tra i generali, con l’unico vero obbiettivo di ridimensionare le responsabilità, i compiti e i costi».
«Da recenti studi risulta che un 70% dei lavoratori postali vive giornalmente uno stato di ansia legato alla paura di subire un evento criminoso – prosegue Bnedetti -, con il rispettivo danno organico dovuto allo stress prodotto dalla percezione di scarsa sicurezza nell’ambiente di lavoro. La tensione che si vive dietro lo sportello per colpa del rischio rapina produce stress per il 62% dei lavoratori anche se non coinvolti direttamente dall’evento. Come SLC CGIL vogliamo lanciare una campagna di sensibilizzazione per chiedere maggiore attenzione alla sicurezza negli uffici postali, chiedendo alla direzione di filiale di Grosseto di concordare per il 2016 un piano di sicurezza con le Autorità territoriali. Interverremo sindacalmente con l’azienda perché predisponga tutti gli accorgimenti più moderni anti rapina da istallare negli uffici postali per far desistere i malintenzionati».