GROSSETO – La perfetta collaborazione tra l’ospedale di Grosseto e il policlinico di Siena hanno consentito di salvare un ragazzo arrivato in elicottero con Pegaso presso l’AOU Senese in condizioni critiche, a causa delle gravi complicanze cardiache legate a una malattia cronica intestinale.
Un bel risultato che merita di essere raccontato per l’ottimo lavoro multidisciplinare svolto dai medici, e conclusosi brillantemente con le dimissioni del paziente. Tutto comincia il 20 ottobre quando il giovane paziente si sente male e si reca al pronto soccorso dell’ospedale di Grosseto per perdita di forza e sensibilità al braccio destro associata a mal di testa.
Qui viene preso in cura dalla cardiologa Paola Pasqualini che gli diagnostica la presenza di un coagulo nel cuore, dal quale è probabilmente partito un frammento responsabile del problema al braccio e si mette subito in contatto con il cardiochirurgo del policlinico senese, professor Mario Chiavarelli. Il paziente viene prontamente trasportato in elicottero e operato d’urgenza.
“Il trombo cardiaco – spiega Chiavarelli – appariva molto mobile con le contrazioni del cuore e con un elevato rischio di frammentarsi e andare a occludere altri vasi, sino a provocare altre embolie, con conseguenze potenzialmente devastanti. Con l’ausilio della macchina cuore-polmoni, abbiamo asportato i trombi presenti sia nel ventricolo che sotto la valvola aortica, diagnosticando anche un’anomalia congenita della valvola mitrale”. Dopo il lavoro effettuato dai cardiochirurghi Mario Chiavarelli, Raffaele Martinelli e Alexander Dokollari, con l’anestesista Daniele Marianello, è entrato in azione il chirurgo vascolare Giuseppe Galzerano, che ha rimosso l’embolo dall’arteria del braccio destro. Il paziente è stato poi trasferito in terapia intensiva cardiotoracica e affidato alle cure della dottoressa Marcella Caciorgna. “I successivi controlli – prosegue Chiavarelli – hanno visto la piena collaborazione tra cardiochirurghi, anestesisti, gastroenterologi, neurologi, insieme a infermieri e tecnici della perfusione cardiovascolare e della riabilitazione. Il risultato favorevole di un condizione così complessa, è stato reso possibile dall’efficace interazione di tutti i professionisti coinvolti, che hanno gestito il processo diagnostico-assistenziale in ospedale, e programmato il followup e le cure a lungo termine. Il paziente – conclude Chiavarelli – continuerà ad essere seguito dalla Cardiologia di Grosseto, a cui va il merito di aver riconosciuto prontamente l’altissimo rischio della situazione clinica”.