GROSSETO – Massimo riserbo sul bando Mabro che andrà in scadenza tra due giorni. Venerdì 18 ottobre è un’altra di quelle date da circoletto rosso sul calendario per la vicenda dell’azienda di via Senese e per il futuro di centinaia di lavoratori. L’impressione è che dopo questo passaggio non ci saranno altri appelli, con lo spettro della consegna dei libri contabili in tribunale che aleggia minaccioso. C’è da precisare, comunque, che al di là dell’esito del bando di cessione, nulla vieta che la soluzione arrivi magari da una trattativa privata, previa autorizzazione del Ministero.
Tornando al riserbo sul bando, con molta probabilità, questa volta il commissario Paolo Coscione (nella foto) non sarà accompagnato da alcuna rappresentanza sindacale o istituzionale nel momento in cui si recherà dal notaio per constatare se e quante buste saranno arrivate a destinazione. Un bando blindato, insomma, almeno per quanto concerne le notizie che girano intorno alla cessione dell’azienda. Una strategia che forse potrebbe servire ad evitare delusioni, soprattutto in riferimento al passato, quando al cospetto di semplici manifestazioni d’interesse, è sembrato che la soluzione a tutti i mali della Mabro fosse dietro l’angolo.
In questo senso torna a farsi strada un concetto più volte ribadito: inutile presentare buste contenenti manifestazioni d’interesse tutte da verificare. Ciò che serve è un piano industriale nell’ottica della concretezza. Un flebile ottimismo proviene dall’interessamento di qualche imprenditore che, in ogni caso, tiene sempre sotto controllo la situazione Mabro, ma non è dato sapere se tutto questo si tramuterà in un atto concreto da inserire in un busta e da recapitare sulla scrivania dello studio del notaio Luca Falcioni di Roma. La speranza, invece, resta quella che il 18 ottobre non si tramuti in un venerdì nero per i tanti lavoratori della Mabro.