GROSSETO – «Data la recente proposta del consigliere comunale Angelini sulla questione del burqa, vi scriviamo da cittadine italiane musulmane, in quanto sentiamo che uno dei nostri diritti fondamentali ci venga negato, ovvero la libertà di espressione, sia essa verbale o attraverso il modo di vestire». A scrivere è un gruppo di “Ragazze musulmane italiane” che commenta la mozione del consigliere Francesco Angelini contro il burqa negli uffici pubblici.
«Fosse una mozione creata fondamentalmente per la sicurezza del nostro paese saremmo noi le prime ad abbracciarla – affermano -, ma a nostro parere alla sua base vi è un fattore islamofobo in quanto solo recentemente se ne viene a parlare, come se fosse conseguenza di tutto ciò che abbiamo sentito tutti questi mesi dai mass media. Sentendo questa proposta si crede che la presenza di donne con il burqa o il niqab sia elevata in italia, mentre al contrario è molto bassa».
«Mettere al bando le donne con il burqa o il niqab da ospedali e uffici pubblici finirà solo per far loro evitare questi posti. Piuttosto che incoraggiare queste infelici dissertazioni, leader politici e governi dovrebbero essere più risoluti contro l’odio e le discriminazioni che colpiscono le minoranze. Il dibattito sul divieto del burqa è un sintomo dei pregiudizi islamofobi e anti-musulmani che continuano a corrodere lo spirito di tolleranza in Europa, tale divieto configura una violazione delle norme comunitarie in materia di diritti umani e – concludono – in particolare del diritto al rispetto della vita privata e dell’identità».