GROSSETO – Un 2015 con numeri in ripresa per l’agricoltura. A diramare i dati è la Cia che presenta un report sull’annata agraria nella provincia di Grosseto, analizzando settore per settore. «La ripresa c’è stata – spiega il presidente Enrico Rabazzi -, ma occorre precisare che i numeri del 2014 erano drammatici. Se paragoniamo il 2015 all’anno precedente, il risultato c’è stato, ma se facciamo altri tipi di comparazione, non è certo stata un’annata eccezionale. Basti pensare che dal 2010 non c’è stato un anno favorevole per l’agricoltura, dovuto soprattutto alle quattro alluvioni e alla siccità».
Nel dettaglio, comunque, il vino ha avuto una variazione produttiva del 4%, con un mercato export in aumento. Più clamoroso l’incremento dell’olio che fa registrare un dato del +90%, un aumento esponenziale dovuto però allo scarsissimo raccolto del 2014 a causa dei continui attacchi della mosca. Variazione interessante anche per l’ortofrutta con oscillazioni dal +5 al +10%. Leggero incremento per l’agriturismo che torna in crescita con una variazione del 3%, la domanda interna da parte degli italiani è in lieve aumento, mentre per quanto riguarda gli stranieri, prevalgono austriaci e tedeschi. Raccolti eccezionali, al fronte però di un calo del prezzo, per il pomodoro da industria: +20% nella produzione -4% sull’andamento dei prezzi. Anche la castanicoltura è in forte ripresa produttiva con il +30%, ma sconta una preoccupante richiesta del mercato con un andamento dei prezzi a -20%. La cerealicoltura, invece, vanta un +10% sulla produttività, con variazione dei prezzi molto oscillante.
Per quanto riguarda la zootecnia, la produzione data dai bovini da carne e latte è invariata, ma quella degli ovini da latte e da carne è in calo, rispettivamente con un -3% e un -10%. Ciò è principalmente dovuto ai continui attacchi dei predatori. «La lotta alla predazione e anche i danni causati dagli ungulati, saranno battaglie da affrontare anche nel 2016 – aggiunge Rabazzi -, al pari dell’Imu agricolo e perché non aumenti la pressione fiscale sugli agricoltori».
A tal proposito, Rabazzi si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe: «Credo che il bene degli agricoltori e la loro tutela, sia l’aspetto principale. In tal senso è doveroso il richiamo all’unità da parte delle associazioni di categoria. Siamo aperti a questo tipo di soluzione, anche se vediamo che altri intraprendono strategie differenti, lavorando sul marketing e sull’immagine. Ultimamente, anche per questo aspetto, i rapporti si sono raffreddati. Vediamo direttori che vengono da fuori, intenti ad aprire sedi. Ci fa piacere, ma occorre precisare che noi, ad esempio, le nostri sedi non le abbiamo mai chiuse».