GROSSETO – «Come civica, sicuramente neofita per la corsa elettorale ma non per il percorso associativo e politico che ci vede presenti nella città ormai da due anni, avevamo iniziato con i migliori propositi un percorso di condivisione con altre liste civiche, crediamo, infatti, nella libertà di perseguire progetti e idee a favore della città e dei suoi cittadini e questo a prescindere dalle appartenenze politiche e dai limiti imposti dalle logiche nazionali dei partiti. Noi di Gente di Grosseto siamo per un laboratorio d’idee e non per una macchina elettorale alla ricerca di un candidato, né tantomeno per partecipare a tutti i costi a quelle dinamiche politiche che hanno stancato prima di tutto i cittadini». E’ questa la presa di posizione della civica Gente di Grosseto.
«Non abbiamo firmato l’appello del così detto quarto polo fatto a Lamioni, non certo per una mancata stima nella figura di Giovanni, cui auguriamo, qualora accettasse, ogni soddisfazione personale e politica che merita, ma perché non possiamo scegliere un candidato prima ancora di aver sviluppato i nostri progetti per Grosseto e di quello che vogliamo fare per la città e per i suoi abitanti», aggiungono.
«In una città dove le più grandi aziende sono la Asl e le Forze Armate, dove il turismo che seppur trainante non riesce a sfruttare l’enorme potenziale del territorio e del clima che lo circonda e dove il commercio e l’edilizia segnano continuamente rosso, non possiamo più permetterci di esaminare i candidati prima che i progetti e i programmi, faremo esattamente quello che stanno facendo i partiti», precisano ancora.
«Il nostro candidato ideale sarà chi sposa la nostra filosofia, fatta di concretezza e non di allarmismi emozionali o di promesse d’intenti – conclude il presidente di Gente di Grosseto Leonardo Culicchi -. Lavoro e produttività queste sono le parole d’ordine della nostra campagna elettorale per Grosseto e nel nostro piccolo siamo certi di sapere come dare un importante contributo. Non siamo in politica per partecipare alle grandi manovre, siamo qui per fare il nostro dovere civico».