GROSSETO – «Gli episodi che accadono nel nostro territorio sono spesso bizzarri. Quando non sono addirittura paradossali. Un esempio è quello che sta succedendo ad un vero e proprio gioiello della Maremma: la Scuola internazionale di Chirurgia robotica». Lo afferma la Lega Nord in una nota in cui fa un’analisi della sanità maremmana. «Una delle eccellenze che attira a Grosseto chirurghi provenienti da ogni parte del mondo che qui vengono a imparare le più innovative tecniche mininvasive robotiche dai più grandi luminari in materia: oltre 750 studenti da 27 nazioni diverse in 12 anni di attività sono, senza dubbio, numeri da record per qualsiasi agenzia formativa».
«Come tutte le eccellenze, anche la Scuola di Robotica non è nata dal nulla – prosegue la Lega Nord -: sono state necessarie passione e tenacia di Pier Cristoforo Giulianotti, il più grande professionista mondiale in questa specialità, che ha creduto così tanto in questa terra da volerci investire il proprio tempo, oltre che al proprio talento. In qualsiasi altro posto del mondo, un tesoro così sarebbe stato considerato una ricchezza da far crescere ulteriormente. Qui da noi, invece, pare un’anomalia da sopprimere: nonostante le dichiarazioni rassicuranti di molti politici, la Scuola di Robotica rischia seriamente di essere trasferita altrove, forse addirittura all’estero: sono infatti molte le città che già l’aspettano a braccia aperte, disposte a fare di tutto pur di averla».
«Lega Nord ha voluto approfondire e si è recata in visita alla Scuola, in occasione dell’ultimo corso, per verificare come realmente stiano le cose – prosegue la Lega -. La situazione è, appunto, paradossale: corsisti italiani e internazionali che hanno in dotazione il nuovo modello di Robot Chirurgico (il Da Vinci IX) i quali – pur di imparare dai migliori – vengono nella Scuola di Grosseto dove, però, si insegna ancora sul vecchio modello: il Da Vinci SI. È necessario, adesso, porsi alcune domande: perché l’aggiornamento del sistema robotico, nonostante la richiesta fatta dalla USL 9 già da un anno, è stato bloccato per Grosseto mentre a Pisa e Firenze è stato addirittura acquistato il terzo apparecchio? E ancora: perché premiare le aziende sanitarie di Pisa e Firenze, i cui bilanci sfoggiano perdite milionarie, e penalizzare Grosseto che vanta invece una gestione economica virtuosa? Nella querelle riportata dalla stampa, che vede protagonisti Enrico Desideri e Pier Cristoforo Giulianotti, appare incontrovertibile il valore dell’analisi fatta dal grande chirurgo: la visione, le strategie, la programmazione e le priorità devono essere necessariamente condivise dai manager sanitari e dalla politica».
«Quello che invece emerge nella gestione della Sanità pubblica toscana è l’assenza totale di una visione strategica nell’utilizzo delle risorse che non si traduce solamente in uno spreco economico ma in una pericolosa disattenzione nei confronti della salute dei cittadini. Nel ridisegno “taglia-sprechi” che ha portato alla nascita dell’area vasta anche in Sanità, quello che salta agli occhi è ancora una volta la miopia e la piccolezza di chi applica soltanto politiche di cortile: è evidente che il supermanager Desideri, per molti anni alla guida della USL 8 di Arezzo, sia ancora troppo influenzato dalle esperienze della propria città per poter decidere in maniera lucida e libera sulle sorti di Grosseto. Le preoccupazioni, quindi, esistono e sono molte: la lenta agonia a cui si sta condannando la Scuola Internazionale di Chirurgia robotica di Grosseto è reale. E, probabilmente, la sua sarà solamente la prima di una lunga serie di tagli dolorosi – conclude la Lega Nord -. Le altre eccellenze maremmane stiano in guardia».