GROSSETO – Cinque professori in due anni e mezzo. Un vero e proprio calvario, con ripercussioni sull’andamento scolastico da parte dei ragazzi coinvolti in questo via vai di insegnanti. E’ quanto sta accadendo alla classe 3^D della scuola media Vico, dove la realtà supera l’immaginazione. Tutto è iniziato quando dopo il primo anno scolastico, la professoressa di ruolo per quanto riguarda matematica e scienze decide di godersi la meritata pensione. L’anno successivo parte a rilento, dopo qualche settimana però, alla classe viene assegnata una nuova professoressa di ruolo. Cambia il metodo di insegnamento, come è normale che sia, ma a metà anno la professoressa di matematica e scienze lascia l’incarico. Dopo le vacanze di Natale, il posto lasciato vacante viene rimpiazzato da un supplente che, in quanto tale, non supera la soglia di giugno.
L’attuale anno scolastico, quello che porterà i ragazzi all’esame di terza media, inizia con un nuovo insegnante di ruolo, ma già a novembre, dopo pochi mesi, a metterci lo zampino è la “buona scuola” di Renzi. Al professore di matematica e scienze della 3^D viene assegnata la cattedra a Follonica e iniziano così altre settimane di supplenze varie. Da qui la protesta degli studenti e dei genitori, preoccupati per i continui cambiamenti: «I ragazzi hanno già cambiato quattro modalità di insegnamento – dicono -, senza considerare che i programmi portati avanti non hanno un filo continuativo».
Una preoccupazione che porta alla provocazione: «Gli esami di giugno? Meglio non farli». I genitori infatti, benché psicologicamente arresi e rassegnati a ricorrere a costose ripetizioni, di esami non ne vogliono sentir proprio parlare: «La scuola non è in grado di dare una continuità di insegnamento, cambiando cinque metodi di studio, cinque modi di trasmettere docenza – dicono -. Poi però si pretende con un unico esame uniformato a tutta la scuola di capire la preparazione dei ragazzi». Mentre la nuova professoressa di matematica e scienze è già pronta per salire in cattedra a metà dicembre, il calvario della 3^D prosegue.